Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del MPN e del MF?

Spero che la domanda si riferisca all’analisi dell’acqua, campo in cui le due metodiche sono normalmente usate. Nel caso del MPN, si inoculano tre o più file ognuna di  3, 5 o 8 provette con diluizioni scalari di acqua e si mettono le provette ad incubare per il tempo ed alla temperatura richiesta dai metodi ufficiali, a seconda del tipo di terreno.

Tanto maggiore sarà il numero di provette utilizzato, tanto maggiore sarà la precisione STATISTICA dell’analisi. Infatti nel MPN, dopo la opportuna incubazione, si annotano le provette che presentano torbidità e le provette ancora sterili. I numeri che ne risultano vengono confrontati con le tabelle e, in base al valore di diluizione, si calcola il titolo. Con questa analisi, a parte i tempi di incubazione che possono arrivare fino a tre giorni, si può esaminare una quantità ridotta di acqua, al massimo 1 ml di  acqua non diluita per ogni provetta della prima fila, cosa che risulta insufficiente in caso di acque a bassa carica batterica. Con la filtrazione su membrana ad esempio, si può aumentare il volume di liquido filtrato arrivando anche a 100 ml. La filtrazione su membrana non è invece possibile in caso di liquidi molto torbidi, dato che le particelle in sospensione si depositerebbero sulla membrana.

La procedura della filtrazione su membrana permette di contare direttamente i microrganismi che, presenti in un campione di acqua, hanno prodotto colonie sulla superficie della membrana. Inoltre ha tempi di incubazione minori. Anche  dal punto di  vista della preparazione e della esecuzione dell’analisi, la filtrazione richiede meno tempo ed è quindi preferibile.

 

Esempio di provetta sterile e due provette torbide perché inquinate e membrana filtrante dopo l’analisi

Ci sono molti siti che trattano l’argomento, ne segnalo qualcuno:

http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=10034    
http://www.springerlink.com/index/R1X0987718576056.pdf
http://www.compost.it/materiali/istisanrapp02-3.pdf