Quali sono le differenze fondamentali tra il metodo di calcolo agli elementi finiti (FEM) e quello degli elementi di contorno (BEM)? Quale dei due dè risultati più accettabili?

La differenza principale tra i metodi di calcolo FEM
(Finite Elements Method) e BEM (Boundary Element Method) sta
nel metodo di discretizzazione del dominio. I metodi BEM sono generalmente
migliori in termini di precisione ma sono applicabili in un numero ristretto
di casi.

      Come giustamente il
lettore osserva, una trattazione completa richiede ampio spazio ed è al di
fuori degli scopi di questo articolo. Diamo quindi un cenno sul problema
generale e sulle caratteristiche principali dei due metodi, commentandone gli
ambiti applicativi e comparandone le caratteristiche.

Si supponga di voler modellare la dissipazione del calore su
una regione bidimensionale O come in figura:

Si supponga che il calore sia distribuito nella regione
O secondo una funzione
u : R2 –> R che fornisca
i valori di temperatura in ogni punto (xy) di O.

La discretizzazione della regione O, tracciata in
nero, è modellabile come segue:

  • in superficie: come unione delle sottoregioni
    Oij (i rettangoli in grigio);
  • al contorno: come unione dei segmenti oi
    (in blu).

L’unione delle sottoregioni Oij
rappresenta quindi una discretizzazione della regione O mentre
l’unione dei segmenti oi rappresenta una discretizzazione
della frontiera o contorno di O, O.

      L’espressione della
dissipazione del calore, dato il coefficiente di dissipazione k,
costante nelle due dimensioni, è data dall’equazione di Laplace


        [1]

Il metodo numerico di calcolo della soluzione dell’equazione
di Laplace FEM consiste nel calcolo dell’integrale soluzione, date le
condizioni al contorno O,
seguente:


        [2]

ove n è il vettore normale al contorno O e w è una funzione peso
appositamente scelta.

      Al di là dei
dettagli che portano alla soluzione della [1], ottenuta integrando per parti
dopo aver applicato il teorema di Gauss-Green, ciò che è
importante evidenziare è che il metodo FEM comporta la risoluzione
della [2] in ogni sotto-intervallo Oij, infatti la
caratteristica dei metodi FEM è quella di operare sulla
discretizzazione dell’intero dominio
.

      La soluzione
dell’equazione [2] discretizzata porta alla formulazione di un’equazione
matriciale la cui risoluzione fornisce i valori numerici della funzione
u(xy), nei singoli sotto-intervalli
Oij.

      Nel caso applicativo
generico (es.: diffusione acustica, di calore, di torsione, ecc.), il metodo
FEM è caratterizzato dalle seguenti proprietà:

  1. Richiede una discretizzazione dell’intero dominio, preservando
    l’ordine dimensionale del problema (cioè, un problema nello spazio 3D
    richiede calcoli integrali in R3).
  2. La soluzione ricavata è valida per l’intero dominio.
  3. La soluzione ricavata è approssimata e l’approssimazione
    peggiora al contorno.
  4. La matrice generata è sparsa e simmetrica; la soluzione
    del problema è quindi ricavabile mediante algoritmi estremamente veloci
    ed efficienti.
  5. Gli integrali che portano alla formulazione matriciale sono
    generalmente semplici.
  6. È generalmente applicabile, anche in problemi non lineari.
  7. È relativamente semplice da implementare.



Il metodo numerico di calcolo della soluzione dell’equazione
di Laplace BEM si poggia sulla definizione di una soluzione
fondamentale
della [1], una funzione peso w per la definizione
degli elementi al contorno, soluzione della seguente:


        [3]

ove è la
funzione di Dirac, singolare in .
Esiste un elenco di soluzioni fondamentali note per varie equazioni e
relative classi di problemi, ma non è sempre possibile ricavarne una.

L’adozione della funzione di Dirac, insieme con
l’applicazione del teorema di Gauss-Green, consente di riscrivere la [2] in
termini del solo contorno O:


         .         [4]

La differenza tra i due metodi è proprio in questo
fatto: il metodo BEM opera su una discretizzazione della frontiera o
contorno del dominio.
La [4] viene quindi risolta per i singoli
sotto-intervalli oi del contorno, in modo analogo al caso
FEM.

      Si osservi che
ciò comporta la riduzione di una dimensione: nel caso specifico, la
frontiera è monodimensionale mentre il dominio è a due
dimensioni.

      Nel caso applicativo
generico, il metodo BEM è caratterizzato dalle seguenti proprietà:

  1. Opera sulla discretizzazione del contorno, abbassando di
    una dimensione i termini del problema (cioè, se il dominio
    è a 3 dimensioni, le equazioni sono in R2).
    Tuttavia, alcune superfici al contorno, specialmente se 3D, sono
    particolarmente complesse da modellare.
  2. È orientata al calcolo delle soluzioni al
    contorno, le soluzioni in punti qualsiasi del dominio vengono calcolate
    successivamente. I metodi BEM sono indicati quando si intendono
    modellare fenomeni in punti particolari del contorno (es. resistenza
    aerodinamica su un flap in estensione) o su regioni del dominio di
    particolare interesse.
  3. Le soluzioni sono approssimate solo al contorno, la
    soluzione esatta nel dominio è infatti garantita dalla soluzione
    fondamentale.
  4. La matrice generata è generalmente popolata in
    quasi tutti gli elementi, il calcolo della soluzione può essere
    computazionalmente molto pesante.
  5. Gli integrali sono particolarmente complessi e possono contenere
    singolarità in grado di aumentare la complessità
    dell’algoritmo numerico adottato per il calcolo e di abbassare contemporaneamente
    l’accuratezza della soluzione numerica.
  6. Richiedendo l’esistenza di una soluzione fondamentale,
    può non essere applicabile persino per problemi lineari.
  7. L’implementazione è notevolmente più
    complessa, a causa della presenza di integrandi contenenti
    singolarità.



Fonte: Hunter, Pullan, FEM BEM
Notes
, University of Auckland, 2002.