Cos’è la teoria del caos o delle catastrofi? Come è possibile collegarla alla teoria evoluzionistica?

Negli ultimi trentacinque anni ci sono stati ben tre tentativi di raccogliere i fenomeni dell’universo cercando di classificarli in base a proprietà molto generali di sistemi che variano nel tempo, questi tentativi sono noti come teorie delle tre C: catastrofi, caos e complessità.

Tutte e tre vorrebbero mostrare come relazioni molto semplici in sistemi dinamici portano a cambiamenti apparentemente imprevedibili e ad una straordinaria diversità d’esiti.

La teoria del caos si è fatta strada quando la scienza classica non aveva più mezzi per spiegare gli aspetti irregolari e incostanti della natura; è una teoria scientifica, nata su sperimentazioni fisiche, biologiche, matematiche, socio-economiche. Questa teoria può essere applicata nei più svariati campi, in quanto essa permette, con la sua visione della realtà, di scegliere tra una grande abbondanza d’opportunità e di trovare per mezzo di quali regole è governato l’universo. Il caos non viene visto più come casualità e totale mancanza d’ordine ma bensì come un ordine così complesso da sfuggire alla percezione e alla comprensione umana. Il caos non è sinonimo di caso e non si può parlare di completo disordine, in quanto i sistemi caotici, alla luce delle nuove scoperte della teoria del caos, sono sistemi dinamici sempre prevedibili a breve termine e, quindi, riconducibili ad una logica nuova più o meno complessa. Si può, dunque, paradossalmente affermare, in base a precise scoperte scientifiche, che nel caos c’è ordine. Alla luce di questo la natura ci si presenta sempre più come una realtà difficilmente definibile e determinabile.

Queste teorie possono essere collegate alla teoria evoluzionistica, in modo particolare la teoria delle Catastrofi, sviluppata dal matematico René Thom negli anni Sessanta, che mostra come in alcuni sistemi che variano nel tempo secondo leggi matematiche molto semplici, i cambiamenti osservati possono essere deformazioni continue e graduali dello stato precedente ma, in un momento critico, l’intera forma del sistema subisce un cambiamento “catastrofico” e prosegue il proprio sviluppo in una nuova forma. I biologi fautori della teoria delle catastrofi speravano che essa fornisse una spiegazione, tra l’altro, per l’estinzione delle specie.

Oggi esiste meno di un centesimo dell’uno per cento di tutte le specie mai vissute, e alla lunga tutte le specie si estinguono. Forse la teoria delle catastrofi avrebbe dimostrato che l’estinzione è una mera conseguenza delle leggi demografiche ed ecologiche che in principio consentono ad una specie di diffondersi. Tuttavia la teoria non ha lasciato traccia di sé nell’attuale prassi biologica ed è probabile che eventi esterni seriamente “catastrofici”, come gli impatti di meteoriti, siano responsabili della maggior parte delle estinzioni.