Se potessi portare 1.000.000 di esquimesi all’ equatore e, viceversa, 1.000.000 di negri al Polo Nord: dopo moltissime generazioni (500.000 anni) essi si scambierebbero i dati somatici (cioè i negri diventerebbero bianchi e viceversa)? Se si’, come e perchè? Cambierebbe il patrimonio genetico?

La domanda è sicuramente interessante, ma personalmente ho molte remore a fare ipotesi a così lunga scadenza. Non abbiamo nessuna certezza infatti che lo sviluppo della razza umana ripercorra le stesse vie percorse nel passato. Ad eccezione dei movimenti di migrazione di alcuni popoli, che comunque non fecero ritorno ai paesi di partenza ma si stabilirono definitivamente nelle zone conquistate, la scarsa mobilità dei millenni scorsi ha favorito il sorgere di molte razze diverse, isolando dal punto di vista genetico molte comunità. La vita attuale facilita gli scambi e quindi anche la circolazione dei geni, rendendo molto diverse le condizioni in cui si evolve oggi l’uomo. C’è chi parla addirittura di una “sdifferenziazione” della specie umana.

Deforestazioni, cementificazioni hanno poi alterato anche l’ambiente naturale mentre l’urbanizzazione sta allontanato l’uomo dalla vita a stretto contatto con la natura. Non è quindi detto che si abbiano le stesse condizioni climatiche o ambientali e che anche a parità di condizioni, gli effetti di queste cause sul genoma siano altrettanto efficaci.

Qualcosa di più sui geni che regolano la melanina e sulla pigmentazione della pelle, la puoi trovare qui:
www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=1985

o su un articolo di “Le scienze” di Dicembre 2002.
L’Abstract è a questo indirizzo,
http://www.lescienze.it/specialarchivio.php3?id=6389