Salve. Mi piacerebbe avere informazioni sui corpuscoli/globuli polari (oltre a ciò che si può ritrovare sui diffusi libri di testo), in particolare sulla loro struttura e la loro possibile funzione in alcuni mammiferi. Ringrazio anticipatamente.

I globuli polari o polociti sono piccole cellule che contengono quasi esclusivamente materiale genomico e che vengono espulsi dal precursore della cellula uovo, allo scopo di dimezzare il proprio corredo cromosomico senza perdere componenti citoplasmatiche.

Il processo di dimezzamento del numero di cromosomi, cioè il passaggio da cellula diploide (due copie di ciascun cromosoma) ad aploide (una copia di ciascun cromosoma), avviene tramite la meiosi, processo fondamentale anche per l’aumento della variabilità genetica. La meiosi consta di due divisioni successive che nel caso degli spermatozoi danno origine a quattro gameti morfologicamente identici con quattro assetti genici diversi.
Nel caso del gamete femminile, la meiosi porta alla formazione di una grande cellula uovo e di tre cellule molto più piccole, i polociti appunto. Addirittura, nell’uomo e nella maggior parte dei vertebrati, il primo polocita emesso non si divide più e quindi il bilancio globale è di due soli polociti per ogni cellula uovo.

Da: http://www.emc.maricopa.edu/faculty/farabee/BIOBK/BioBookmeiosis.html

Per quanto riguarda la struttura di queste cellule, non risultano studi specifici, soprattutto a causa della loro rapidità di degradazione e per lo scarso valore ad esse attribuito. In effetti il polocita contiene solo un corredo cromosomico, dimezzato rispetto alla cellula di partenza e poco altro. Alcuni studi hanno dimostrato che il materiale genomico contenuto nel polocita è del tutto completo, possiede ad esempio sia telomeri che cinetocori (porzioni del cromosoma a valenza strutturale), sebbene sia molto compresso.

Di per sé quindi il polocita non svolge altra funzione se non quella di “portare via” una metà del corredo cromosomico. Tuttavia il globulo polare (soprattutto il secondo) può rivelarsi un utile indicatore di alcune caratteristiche dell’uovo da cui si è formato.

Come esempio si può dire che il sito in cui il globulo polare si forma, in alcuni animali, costituisce un marcatore degli assi embrionali. In numerosi casi il secondo globulo polare viene emesso dopo la fecondazione e può indicare l’orientamento del primo fuso mitotico e, quindi, del polo animale e vegetale.

Nei mammiferi l’espulsione dei due globuli polari avviene tardivamente e, in particolare, il primo viene emesso subito dopo l’ovulazione e il secondo al momento della fecondazione, prima della fusione dei due pronuclei maschile e femminile.

Esperimenti svolti sul criceto dorato hanno dimostrato che in questo caso la posizione del globulo polare non riesce a predire l’orientamento del fuso e che in ogni caso non lo influenza.
Ovviamente l’emissione del secondo globulo polare è indice di una corretta maturazione dell’uovo e nel caso questo evento non si presentasse, l’uovo risultante non potrà supportare lo sviluppo di un embrione.

E’ stato tentato lo studio del cariotipo del secondo globulo polare, tramite fusione dello stesso con uno zigote enucleato, tuttavia l’eccessiva condensazione del materiale nucleare non ha permesso lo sviluppo dello zigote così ottenuto oltre poche divisioni.

Talora si sente parlare dei cosiddetti “gemelli del corpo polare” (“polar body twins” in inglese), questi gemelli si originerebbero nel caso in cui l’uovo si divida prima della fecondazione, dando origine a due cellule che verrebbero fecondate da due spermatozoi diversi. Questi gemelli possiederebbero metà assetto cromosomico identico (quello materno) e metà diverso (derivato dai due spermatozoi), quindi sarebbero più simili dei gemelli biovulari ma meno dei gemelli monovulari. Questa teoria comunque non è stata ad oggi mai provata e quindi è da considerare con riserva. In questo caso tuttavia, è improbabile che la seconda cellula ipotizzata sia un polocita vero e proprio, dal momento che il suo nulceo ipercondensato e la mancanza di sufficienti componenti citoplasmatiche dovrebbero impedire uno sviluppo corretto dell’embrione da esso eventualmente derivato.

In conclusione, i polociti per sé non possiedono nell’uomo o in altri mammiferi funzioni precise, vengono piuttosto utilizzati come marcatori di alcune caratteristiche dell’uovo e dello zigote.

da http://luciopesce.interfree.it/zoologia/sess2.html