A volte sui muri delle case, all’interno degli ambienti, si sviluppano muffe, queste vengono trattate con ipoclorito di sodio, idrossido d’ammonio o altre sostanze. In cosiderazione che l’ambiente solitamente è chiuso le sostanze utilizzate potrebbero far insorgere intossicazioni o allergie, gravi quanto le allergie dovute alle muffe. Quale sostanza si può cosiderare più sicura da questo punto di vista. Grazie e distinti saluti

Le muffe hanno bisogno di umidità, ma basta il vapore della respirazione umana per favorirne la crescita in ambienti confinati. Per esempio sulla famosa stazione orbitante MIR il vapore della respirazione insieme con il sudore degli astronauti avevano finito per favorire la crescita di muffe nell’interno della stazione, ambiente che non era aerabile, evidentemente. Le muffe o meglio le loro forme di resistenza, le spore, possono sopravvivere a lungo nell’aria e quindi sono onnipresenti.

Tornando sulla madre-terra, la buona aerazione e un ambiente asciutto sono le condizioni per non avere germinazione delle spore e crescita di muffe, ma esistono in commercio liquidi antimuffa che si stendono come base prima della verniciatura e che possono essere aggiunti anche alla vernice.

Di seguito riporto alcuni consigli su come operare correttamente per evitare problemi di muffe: le informazioni sono tratte dal sito di una azienda che produce vernici “garantite” antimuffa.

TRATTAMENTO ANTIMUFFA ED ANTICONDENSA

Realizzazione di trattamento antimuffa su murature soggette da umidità di condensa. La lavorazione sarà così articolata:

        l) Pulizia accurata del supporto con eliminazione di vecchie vernici friabili, parti inconsistenti e di qualsiasi materiale che possa pregiudicare il buon ancoraggio della resina.

        2) Trattamento disinfettante nelle zone interessate dalle muffe mediante applicazione a pennello di resina consolidante e disinfettante ad alta penetrazione.

        3-4-5) Applicazione in tre mani a pennello o rullo di resina antimuffa

 

Notare come prima di stendere il disinfettante si richieda una pulizia molto accurata: questo non solo per ragioni estetiche, infatti i disinfettanti non hanno potere detergente e vengono facilmente inattivati in presenza di sporcizia.

Tornando alle sostanze citate nella domanda, la soda caustica non viene usata come disinfettante, differente il caso dell’acido cloridrico, disinfettante estremamente diffuso, sia per disinfezione di ambienti sia di acque: ad esempio nelle piscine, nei processi di potabilizzazione etc. Gli ipocloriti sono attivi contro spore, batteri, virus e funghi. In genere si usa in soluzione acquosa al 6% . Alle usuali diluizioni l’ipoclorito non è pericoloso, diventa invece estremamente pericoloso se miscelato con altri prodotti, specialmente acidi (sviluppa vapori di cloro altamente tossici) o ammoniaca.

L’introduzione della legge 626 ha resa obbligatoria la stesura di schede tecniche sulla pericolosità dei reagenti: ecco quella della Carlo Erba, caratteristica dell’ipoclorito in soluzione:

http://www.csrsrc.mi.cnr.it/dip/schede/carloerba/ITCH0223.HTM

Di seguito c’è una tabella dove sono elencati i principali gruppi di disinfettanti:

Tabella tratta da “Occhio clinico”, rivista che si trova al seguente indirizzo http://www.utetperiodici.it/medicina/occhio/

La maggioranza di queste sostanze non è indicata per l’uso domestico. Fa eccezione il primo gruppo, quello dei composti d’ammonio quaternario, cioè composti in cui al gruppo ammonico sono collegati composti come la cetrimide e il benzalconio cloruro e che sono utilizzati come disinfettanti per uso domestico e in ospedale. A differenza degli ipocloriti, hanno un odore gradevole ma attività antimicrobica meno forte.

Passiamo alle allergie. Un allergene induce produzione di anticorpi; questo succede in genere con molecole organiche complesse. Le sostanze chimiche inorganiche, come gli ipocloriti, danno luogo a irritazioni cutanee localizzate. Si tratta di disturbi localizzati che non danno origine a fenomeni di shock anafilattico o intossicazioni con effetti paragonabili a quelli delle micotossine, le quali possono interagire anche con il sistema nervoso centrale. Comunque quando si maneggiano sostanze chimiche è sempre utile conoscere esattamente le condizioni di uso.