Domanda sul sistema delle sfere omocentriche di Eudosso. Il sistema delle sfere omocentriche di Eudosso, già ricorretto da Callisto, prevedeva 33 sfere. Aristotele, nella “Metafisica” aggiunge le sfere “reagenti” per trasformare questo modello geometrico in un modello meccanico. Le sfere aggiunte dallo Stagirita sono 22. Il numero delle sfere compensatrici per ogni pianeta è dato dal totale del numero di sfere dell’astro precedente meno una. Quindi, se l’astro di Saturno possiede 4 sfere, occorrono 3 sfere compensatrici prima delle 4 sfere dell’astro di Giove. Compensando 3 movimenti su 4, viene mantenuto su Giove il primo movimento di Saturno il quale corrisponde al moto della sfera delle stesse fisse. Ma anche il primo movimento di Giove, se ho ben capito, riproduce il moto della sfera delle stelle fisse. Non mi è chiaro perchè Aristotele non annulla tutti e quattro i movimenti delle sfere di Saturno oppure non elimina il primo movimento di Giove.

Analizziamo
brevemente il moto degli astri rispetto ad un osservatore terrestre:

Stelle
fisse (costellazioni)
rotazione
in 23 ore e 56 minuti (giorno siderale)
Sole rotazione
in 24 ore (giorno solare)
rivoluzione lungo l’eclittica in 365,25 giorni (anno sidereo)
Luna rotazione
in 27,3216 giorni (mese siderale)
ciclo felle fasi in 29,5305 giorni (mese sinodico)
retrogradazione dei nodi in 18,6 anni
Pianeti moto
piuttosto complesso, normalmente avviene in senso diretto (da Ovest
a Est) tranne alcuni periodi in cui vi è stazionarietà e inversione
del moto, poi ancora stazionarietà e ripresa del moto diretto (cappio)

Il problema
dell’Astronomia antica era spiegare questi moti complicati partendo da
alcune assunzioni di base, influenzate certamente da credenze mitiche
e poi dall’influenza di pensatori autorevoli (principalmente Platone ed
Aristotele).

  1. la Terra
    è immobile al centro dell’Universo
  2. ai corpi
    celesti si addicono movimenti eterni e perfetti (moto circolare uniforme)

Il grande
matematico Eudosso di Cnido ebbe una intuizione geniale: spiegare
movimenti complessi come somma di movimenti semplici
. Per questo mise
a punto un sistema cosmologico basato sul movimento uniforme di sfere
omocentriche
, ovvero aventi lo stesso centro, coincidente con il centro
della Terra.
Per le stelle fisse era semplice postulare l’esistenza di una sola sfera
che ruota con un periodo di 23 ore e 56 minuti. Il moto degli altri pianeti
è la risultante dei movimenti di più sfere: il Sole e la Luna ne hanno
tre, mentre i pianeti ne hanno quattro.

Stelle
fisse
1
sfera per il moto diurno


1
sfera
Sole
e Luna
1
sfera per il moto diurno
1
sfera inclinata di 23° per simulare il moto di rivoluzione, che avviene
sull’eclittica
1
sfera per simulare la retrogradazione dei nodi (Luna) e per simulare
un ipotetico terzo movimento del Sole.
2
x 3 = 6 sfere
I
5 pianeti
1
sfera per il moto diurno
1
sfera inclinata di 23° per simulare il moto di rivoluzione, che avviene
sull’eclittica
2
sfere per spiegare i fenomeni di stazionamento e di moto retrogrado
5
x 4 = 20 sfere



Totale: 27
sfere

Il discepolo
di Eudosso, Callippo di Cizico, per fare in modo che il modello
si adatti il più possibile al moto reale degli astri, introduce delle
sfere aggiuntive per correggere le discrepanze con il moto dei pianeti
dal movimento più irregolare.
Così Callippo aggiunge una sfera supplementare a Marte, Mercurio e Venere,
mentre non ne aggiunge alcuna a Giove e Saturno poiché hanno un moto più
regolare. Invece, per spiegare meglio i moti del Sole e della Luna, specialmente
in relazione alle eclissi, aggiunge a questi ben due sfere supplementari.


Eudosso Callippo Aristotele
Stelle
fisse
1 1 1
Saturno 4 4 +
3
= 7
Giove 4 4 +
3
= 7
Marte 4 +1
= 5
+
4
= 9
Venere 4 +1
= 5
+
4
= 9
Mercurio 4 +1
= 5
+
4
= 9
Sole 3 +
2
= 5
+
4
= 9
Luna 3 +
2
= 5
+
0
= 5
Totale: 27 34 56

Aristotele
si chiede se le sfere del modello di Eudosso-Callippo siano a contatto
o meno. Se le sfere sono a contatto le loro velocità si sommano, pertanto
la prima sfera trascina quelle sottostanti; se non sono a contatto in
mezzo cosa c’è, il vuoto? Aristotele questo non lo può ammettere (sosteneva
infatti che la natura aborrisce il vuoto).
Dunque è necessario che ci siano delle sfere che neutralizzano
il moto delle sfere soprastanti, ruotando in senso opposto, in modo che
il movimento delle sfere sottostanti “parta da zero”.

Il nostro
lettore fa l’ipotesi che ad essere compensati siano i tre movimenti oltre
il movimento diurno, ma Aristotele non fa menzione di questo. Infatti
il filosofo nel libro XII della Metafisica afferma: “..
e poiché tra queste sfere le uniche a non dover girare in senso inverso
sono quelle in cui si compie la traslazione dell’astro …
“.
Pertanto ad essere neutralizzati sono i primi tre movimenti, mentre
il quarto, quello della sfera che trasporta il pianeta, non viene neutralizzato
(ed è ovvio, altrimenti il pianeta apparirebbe fisso).
In effetti alcuni storici dell’Astronomia commentano in modo fuorviante,
ad esempio il Verdet: ” … l’ottava sfera, cui il primo motore
immobile fa compiere una rotazione in ventiquattr’ore, ha un potere sulle
altre sfere che permette ad Aristotele di fare a meno del primo di tutti
gli orbi parziali di Eudosso
“.

Proviamo
a riassumere i due punti di vista: quello errato e quello corretto (ogni
riga della tabella rappresenta una sfera, tranne quelle che riassumono
il moto netto)

================= ================= =================
stelle
fisse
moto
diurno
moto
diurno
moto
netto:
rotaz.
volta celeste
rotaz.
volta celeste
Saturno moto
diurno di Sat.
moto
diurno di Sat.


movimento di Sat.

movimento di Sat.


movimento di Sat.

movimento di Sat.


movimento e Pianeta

movimento e Pianeta Saturno =
somma dei primi 4 movimenti

inverso
4° movimento
inverso
3° movimento

inverso
3° movimento
inverso
2° movimento

inverso
2° movimento
inverso
moto diurno di Sat.
moto
netto:
rotaz.
volta celeste e Saturno immobile
rotaz.
volta celeste + movimento di Saturno
Giove moto
diurno di Giove
moto
diurno di Giove


movimento di Giove

movimento di Giove


movimento di Giove

movimento di Giove


movimento e Pianeta

movimento e Pianeta Giove =
somma dei primi 4 movimenti

inverso
4° movimento
inverso
3° movimento

inverso
3° movimento
inverso
2° movimento

inverso
2° movimento
inverso
moto diurno
moto
netto:
rotaz.
volta celeste, Saturno e Giove immobili
rotaz.
volta celeste + movimento di Saturno + movimento di Giove.

ecc. ecc.

Perché tutta
questa complicazione nel volere ogni astro “indipendente” nel
senso che crea movimenti e poi li annulla: non sarebbe più semplice un
sistema “in cascata” ? La ragione di questo ha profonde radici,
risiede nella volontà di considerare “potenze” indipendenti
gli astri del cielo, concezione probabilmente derivante da credenze astrologiche
(si vuole che ogni pianeta eserciti un proprio specifico influsso, senza
dipendere da altro). Ne è prova il passo dell’Epinomide, opera
attribuita a Platone, in cui il filosofo afferma che “le otto
potenze del cielo sono sorelle e nessuna deve comandare ad alcun’altra
“.

Bibliografia:

Aristotele,
Metafisica, XII,8 – in Opere, Universale Laterza vol. 6 pp. 359-364

J.P. Verdet, Storia dell’Astronomia, Longanesi pp. 36-41
G. Romano, Introduzione all’Astronomia, Muzzio