Su una rivista scientifca, ho letto che Raffaele Bendandi il 23/11/1923 davanti al notaio predisse per il 2 gennaio un terremoto nelle Marche. Il sisma avvenne il 4 gennaio. Non spiegò mai come facesse ma disse che la cagione dei terremoti è da cercarsi sopra la terra nelle forze di attrazione dei pianeti e del sole. Come spiega tutto questo? Grazie.


Due fotografie di Raffaele Bendandi in età diverse.

Come si spiega tutto questo? Beh, bisognerebbe chiederlo al Bendandi, no?
Comunque, se neanche l’autore stesso (Bendandi) non ha saputo/voluto spiegare le sue teorie e come facesse a prevedere i terremoti, è alquanto arduo immaginare che qualcun altro sappia spiegare l’inspiegabile.
Attualmente lo stato della scienza “ufficiale” non consente di spiegare i fondamenti sui quali si basavano le previsioni di Bendandi. Forse, da una ricerca approfondita sui lavori de “l’uomo dei terremoti” e con ulteriori acquisizioni riguardo l’universo da parte di scienziati ricercatori, si potrà addivenire ad una qualche verità, cioè ad una smentita o ad una conferma delle teorie del Bendandi.

Per il momento la causa dei terremoti è attribuita alla deriva dei continenti che è la più accreditata presso la comunità scientifica e dimostrata verso il 1960 solo dopo lunghi anni di diatribe, discussioni, ricerche fin dal tempo dal 1915 anno in cui Alfred Wegener formulò le sue ipotesi sulla tettonica a placche.
(http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=1946).
(http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6950).
(http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=1808).

Tuttavia, come sempre avviene nella scienza, ogni teoria è in continua evoluzione e il compito di ogni scienziato è quello di trovare nuove prove a favore e, contemporaneamente, coltivare ogni forma di dubbio che possa sollecitare nuove scoperte.
Per questo motivo la sorprendente precisione delle previsioni del Bendandi dovrebbe essere stimolo d’indagine presso gli scienziati ricercatori meritevoli di essere chiamati tali.

Come vedremo più avanti, la scienza ufficiale ha quasi sempre deriso le ipotesi di Raffaele Bendandi.
La parte della scienza ufficiale meno ortodossa e meno aggressiva verso il nuovo e non dimostrato, si limita a ignorare le teorie di Bendandi o a dire che di esse non ci sono evidenze scientifiche.

La Teroria del Bendandi

Nel libro “Un principio fondamentale dell’Universo” – volume Iº – scritto dal Bendandi stesso e pubblicato nel 1931, si legge:

La forza di attrazione è dunque l’agente principale di ogni manifestazione del mondo fisico; è dessa che regola il corso dei pianeti e dei satelliti lungo la loro orbita; che presiede allo sviluppo evolutivo delle diverse masse planetarie; che mantiene con una semplicità ammirevole quella intricatissima teoria di orbite viventi che ogni corpo celeste ineluttabilmente descrive; è dessa infine la regolatrice e l’alimentatrice di ogni manifestazione radiosa corrispondendo ad ogni sua leggera variazione un conseguente accentuarsi di radiazioni e un divampare della luce.
E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell’universo, può giustamente definirsi con l’alata parola del nostro Alighieri:
“L’amor che muove il Sole e l’altre Stelle“.”.

Bendandi sosteneva che tutte le manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale, e che esiste un’influenza solare decisiva sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali.
Per lungo tempo Bendandi fu “snobbato” dalla scienza ufficiale del nostro Paese, che lo considerava quasi alla stregua di un ciarlatano, e si rifiutava di prendere in considerazione le sue teorie sull’origine cosmica dei terremoti, esposte nei suoi libri.

Oggi l’associazione culturale “Bendandiana”, formata da fisici e addetti ai lavori, ne ha raccolto l’eredità e tenta di far luce sulla gran quantità di materiale che Raffaele Bendandi ha lasciato.

Secondo i sostenitori del personaggio, Bendandi aveva la colpa originaria che pagò per tutta la vita: era autodidatta e, per di più, colpa meno grave della prima, la sua teoria sui terremoti era originale.


Cartina sismica elaborata da Bendandi.

Cenni storici

Chi ha conosciuto Raffaele Bendandi negli ultimi anni della sua vita, lo ricorda come un vecchietto asciutto, vivace, con uno sguardo penetrante nel quale affiorava una luce sottilmente ironica. La sua passione più vera fu l’astronomia e questa disciplina gli permise di elaborare originali teorie sismologiche ed astrofisiche destinate a dargli una fama che, travalicando i confini della sua terra, lo rese noto al mondo intero.

Nella sua vita Bendandi dovette subire l’ostracismo, anzi una vera e propria censura e persecuzione da parte dell’establishment scientifico italiano dagli anni Trenta in poi. Se da una parte autorità nella materia come il celeberrimo Padre Alfani ammirarono e difesero la sua opera, dall’altra vi furono sismologi (come il prof. Agamennone) che richiesero l’intervento delle autorità e, sotto la dittatura fascista, Bendandi venne formalmente diffidato in prefettura dal pubblicare le sue ricerche e le sue previsioni.

Tuttavia la precisione delle previsioni bendandiane è sorprendente ed è talmente esatta da giustificare ricerche serie e rigorose sul fondamento delle sue teorie.

Gian Paolo CostaResponsabile del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza – scrive un articolo sul personaggio:
Raffaele Bendandi
Il sismologo autodidatta faentino che la fantasia popolare definì “l’uomo dei terremoti”.

Raffaele Bendandi nasce a Faenza il 17 ottobre 1893 nel quartiere periferico tradizionalmente denominato Filanda Vecchia e si spegne, solo (viene trovato, già morto, riverso sul pavimento), nella sua casa-osservatorio in via Manara 17, il 1° novembre 1979.
In questa vecchia, tipica casa a schiera del centro storico di Faenza, fin dagli anni Venti, Bendandi aveva allestito un Osservatorio Geodinamico e qui realizzava sismografi, ad uso del Suo Osservatorio o destinati alla vendita: su di una targhetta metallica apposta sulla custodia lignea di un sismografo da lui costruito è inciso: MICROSISMOGRAFO REGISTRATORE “RABEN” [Raffaele Bendandi] (OSSERVATORIO BENDANDI) CONCESSIONARIO ESCLUSIVO ITALIA ED ESTERO · PIROTTI M. E FIGLIO – BOLOGNA.

Circa l’origine della sua passione per la sismologia è lo stesso Bendandi a metterla in relazione con il catastrofico terremoto che distrusse Messina il 28 dicembre 1908; sul “Corriere Italiano” del 22 gennaio 1924 compare un’intervista a Raffaele Bendandi, (Uomini del giorno: R. Bendandi. A colloquio col falegname-sismologo):
Fin dai primi anni della giovinezza – egli dice – sono stato appassionato cultore delle scienze fisiche; ma nel 1908, e precisamente subito dopo il tremendo disastro messinese, mi dedicai esclusivamente ai terremoti…“.

Dotato di una innata abilità manuale Bendandi affronta il suo percorso di appassionato con metodo scientifico: prende a costruire sismografi e si dota, via via, di una ricca biblioteca specifica. È un abilissimo promoter del proprio Osservatorio ed oggi della sua attività, oltre agli “appunti di lavoro” manoscritti assai raffinati, rimane una ricca corrispondenza, attualmente al vaglio accurato di Paola Lagorio, presidente de “La Bendandiana“, e di Graziano Ferrari (di S.G.A./Storia Geofisica Ambiente, la Società che ha curato, con l’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, la redazione dei Cataloghi dei Terremoti che attualmente danno lustro alla Sismologia italiana).

Suscita invero molta amarezza verificare come a suo tempo, prima della gestione attuale, gli autonominatisi mentori, contemporanei o post mortem, di Raffaele Bendandi abbiano procurato più danno che lustro alla figura del faentino che prevedeva i terremoti (al quale, comunque, la Sua Città ha intitolato una Scuola Media): l’archivio Bendandi attende ancora un riordino funzionale ad una qualsiasi forma di consultazione, la casa di via Manara è stata pesantemente alterata, diversi strumenti attualmente osservabili in casa Bendandi manomessi e/o arbitrariamente (ri)costruiti… dalla corrispondenza sono spariti i francobolli delle lettere!”.

Un’altra testimonianza di apprezzamento viene da un altro simpatizzante:
La tragedia del terremoto-maremoto in Asia mi ha riportato alla mente questa singolare figura di scienziato “fai da te”, che pur non avendo mai frequentato l’Università discettava con piena cognizione di causa sui movimenti tellurici, fondò il suo osservatorio astronomico, e già negli anni ’20 costruiva sismografi apprezzati da vari istituti di ricerca sismologica.
La mia memoria di Bendandi risale al terremoto nel Friuli (1976), quando lessi in un settimanale una sua lunga intervista in cui egli raccontava come avesse impiegato diversi anni per costruire una macchina per prevedere i terremoti, di come nei giorni precedenti la fatale scossa di terremoto la macchina “fosse quasi impazzita”, e di come egli avesse tentato inutilmente di avvertire le Autorità dell’incombente tragedia, venendo da loro trattato con sufficienza ed irritazione.
In preda allo sconforto, Bendandi tornò a casa e, preso da un raptus di disperazione e di rabbia, fece a pezzi la sua macchina. Il giorno dopo la terra tremò in Friuli, facendo oltre mille morti.”.

Per concludere: chiunque formuli un’ipotesi e pervenga ad una teoria scientifica ha il dovere di accompagnare le sue affermazioni con dimostrazioni e prove inconfutabili.

Se Bendandi, per chiarire la sua capacità di prevedere i terremoti, avesse addotto sue peculiari capacità “paranormali”, in un certo senso sarebbe stato più credibile in quanto di fatto ne ha previsti.
Ma egli parlava della sua macchina, delle sue teorie scientifiche, cose che la comunità scientifica del tempo credette, a torto o a ragione, di non poter accogliere.
Potrebbe anche essere stato un anticipatore di scoperte che verranno, ma questo è ancora tutto da dimostrare…
Altro non saprei aggiungere in risposta alla domanda inviata dal lettore.