Ciao, sono una ragazza assolutamente ignorante in materia e volevo sapere come mai le montagne, alcune volte, hanno dei strani tagli orizzontali.

Non si comprende bene a quali “tagli” la domanda si riferisca. Suppongo che si tratti dei “tagli” come quelli che appaiono nelle due fotografie qui sotto.


Due immagini relative alla stratificazione di rocce sedimentarie.

Prima di dare una risposta è bene fare una premessa sulla formazione dele rocce (litogenesi) e sulla formazione delle montagne (orogenesi).

La litogenesi. È il processo che porta alla formazione delle rocce; sono distinti tre diversi tipi di rocce: magmatiche, sedimentarie e metamorfiche.
Tralasciamo la descrizione delle rocce magmatiche e di quelle metamorfiche dal momento che la domanda riguarda le rocce sedimentarie.

Le rocce sedimentarie sono il prodotto della trasformazione di rocce preesistenti e si sono formate in seguito all’accumulo sui fondali oceanici di grandi quantità di sedimenti (depositi).
La maggior parte dei sedimenti proviene dalla disgregazione di rocce preesistenti: il vento, la pioggia, il ghiaccio, le escursioni termiche (caldo/freddo) sgretolano e frammentano le rocce (fenomeno della erosione). Tali frammenti vengono ulteriormente erosi e trasportati dal vento, dai ghiacciai e dai fiumi. Come sappiamo gli agenti esogeni (fiumi, pioggia, vento, ghiaccio) con il tempo erodono le rocce della superficie terrestre e trasportano i detriti (terra, sabbia, ghiaia) al mare.
I sedimenti hanno anche origine organica essendo formati da resti di natura animale e vegetale e chimica.
Questi detriti si accumulano sui fondali marini e si compattano, dando origine a strati rocciosi che poi, con il passare del tempo, per i movimenti delle zolle crostali emergono dalle acque e formano, con il processo di orogenesi, rilievi (colline e montagne) composti di rocce sedimentarie.
Le rocce sedimentarie compongono il 5,6% della crosta terrestre.

La caratteristica più visibile di quasi tutte le rocce sedimentarie è la STRATIFICAZIONE.


Il disegno animato simula il processo di sedimentazione e successiva diagenesi.

a) La pioggia erode la montagna e trscina con sè le parti erose;
b) rivoli e torrenti trasportano al fiume i detriti ulteriormente erosi;
c) il fiume trasporta i detriti fino al mare dove sedimentano formando rocce incoerenti;
d) si formano i vari strati che successivamente, sotto il peso, diventano rocce compatte.


La trasformazione dei sedimenti in rocce sedimentarie prende il nome di
diagenesi e avviene in seguito a una serie di fenomeni di cui il più importante è la litificazione (pietrificazione), che avviene per compattazione e cementazione. Infatti, all’inizio i sedimenti sono sciolti e si dicono “rocce incoerenti”.

La
compattazione avviene per sovrapposizione di sedimenti formati da
granuli finissimi come le argille che comprimono i sedimenti
sottostanti e riducono lo spazio tra i vari frammenti. Con il
trascorrere del tempo (centinaia di migliaia e/o milioni di anni) la
tipologia degli strati può cambiare; si accumulano così uno sopra
l’altro numerosi strati di materiale diverso. Gli strati più profondi
vengono compressi dal peso di quelli soprastanti e tale pressione fa sì
che quei sedimenti diventino rocce compatte.
Le rocce sedimentarie si dividono in tre grandi gruppi:

rocce clastiche, rocce organogene, rocce chimiche.

Le rocce clastiche sono formate da frammenti di rocce preesistenti, frammenti che, come detto sopra, sono trasportati dai fiumi.
Le rocce organogene sono costituite da frammenti di scheletri o da prodotti dell’attività degli organismi.
Le rocce chimiche si formano in bacini marini in cui si verificano particolari fenomeni chimico-fisici.

La deposizione dei sedimenti non avviene con velocità costante. Per questo gli accumuli di rocce sedimentarie sono generalmente costituiti da strati. Lo spessore degli strati è molto variabile. Quelli in basso sono più antichi di quelli posti più in superficie. All’interno degli strati si possono a volte distinguere ulteriori unità molto sottili chiamate lamine.


I detriti trasportati dagli agenti esogeni finiscono in fondo al mare a formare sedimenti incoerenti che con il tempo e la pressione diverranno strati di rocce sedimentarie. Nella figura, per rendere l’idea, i vari strati sono presentati con colore diverso.

La figura qui sopra indica il processo di accumulazione dei detriti che sedimentano in fondo al mare. Vento, pioggia, fiumi trasportano materiale vario e lo riversano nel mare. I detriti più pesanti s’accumulano vicino alla costa, quelli un po’ meno pesanti rotolano più in là; quelli più leggeri (polveri, fanghiglia fine, ceneri vulcaniche) si spargono ancora più lontano. Nei vari periodi geologici i detriti che si depositano in fondo agli oceani non sono sempre dello stesso genere.
Per esempio, se per un lungo periodo muoiono spesso animali marini, sul fondo si accumulano i loro scheletri per cui si formerà uno strato di rocce organogene.
Se, ancora per esempio, ci son stati periodi di grandi sconvolgimenti, lo strato sarà composto da rocce clastiche. Altre volte uno strato può essere misto; e così via con tante combinazioni possibili. In altre particolari condizioni si formano strati di rocce chimiche.

Tra strato e strato si forma una specie di “linea” separatrice che la lettrice chiama “tagli”.

In ogni caso, dovunque in montagna, purché le rocce siano d’origine sedimentaria, si possono osservare tali “linee” o “tagli”. Tuttavia le linee non sono sempre orizzontali ma spesso si osservano inclinate da una parte o dall’altra in modo più o meno accentuato. E ciò dipende dalla direzione della spinta che quelle rocce hanno subito nel processo che le ha portate a far parte delle montagne, cioè nel processo di orogenesi.

Probabilmente la lettrice si chiederà, a questo punto, come sia stato possibile che quelle rocce, formatesi nei fondali marini abbiano potuto diventare montagne. A questa probabile domanda necessita rispondere parlando della orogenesi.

L’orogenesi è il processo che porta alla formazione delle montagne.

Il disegno illustra lo scontro tra due continenti provocando il fenomeno dell’orogenesi, ovvero la formazione delle montagne. Così si son formate le Alpi le cui rocce si trovavano in fondo ad un oceano poco profondo. In simile modo sono nate molte altre catene momtuose della Terra (Pirenei, Caucaso, Himalaya e altre ancora).

Le montagne si formano perché le placche continentali si scontrano l’un l’altra. Questi scontri, che oggi danno origine anche ai terremoti, sono avvenuti innumerevoli volte nel passato geologico della Terra e continuano tuttora sollevando ulteriormente le montagne anche se di pochi millimetri al secolo. Sono processi lentissimi ma continui e dei quali noi non ce ne accorgiamo, tranne che nel caso di terremoti. Non ce ne accorgiamo perché la durata della nostra vita è solo un soffio rispetto ai tempi geologici che son serviti sia a formare le rocce sedimentarie che a elevare le montagne. Le Alpi, ad esempio, hanno cominciato a formarsi circa 60 milioni d’anni fa.
Intorno a 60 milioni di anni fa, i continenti Africa ed Europa si ritrovano nuovamente di fronte. È possibile che il primo frammento dell’Africa ad entrare in collisione con l’Europa sia rappresentato dalla microzolla Apula (da cui l’attuale penisola italiana) e che da questo scontro nascano i primi rilievi delle Alpi. Si parla di primi rilievi perché il processo totale della formazione delle Alpi è durato milioni di anni…!


Immagine che illustra l’avvicinamento della zolla africana che va in subduzione (scivola sotto) alla zolla europea.
Da questo avvicinamento-scontro è iniziato, circa 60 milioni di anni fa, il processo di orogenesi delle Alpi.



L’animazione mostra un processo durato decine di milioni di anni e che ha dato origine alle Alpi.

Si vedano anche le pagine ai seguenti indirizzi:
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6950
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=1946

L’orogenesi alpina si è manifestata in seguito alla collisione della zolla africana con quella europea. Questo scontro colossale fra due cratoni, cioè fra due enormi blocchi di crosta terrestre, ha provocato la compressione del materiale roccioso che costituiva il fondale di un piccolo bacino oceanico chiamato «piemontese-ligure» ampio probabilmente più di mille chilometri e lungo cinque volte tanto, situato fra la paleoeuropa e una propaggine dell’Africa occidentale, ora scomparsa, detta «Promontorio africano» o «Insubria». Il limite tra il margine meridionale e quello settentrionale è rappresentato da una grande frattura, detta linea Insubrica (o linea del Tonale), che corre dal Passo del Tonale fino al Canavese a Ovest e alla Val Pusteria a Est (vedi figura qui sotto).
I sedimenti che si trovano sopra la crosta oceanica vengono in parte “raschiati” durante la subduzione (scivolamento al di sotto) e si accavallano tra i due margini continentali.
Anche le scogliere coralline e i depositi presenti sulla piattaforma continentale vengono compattati, ammassati gli uni sugli altri e deformati. Così, mentre la struttura e la composizione delle rocce testimoniano tutte le fasi di separazione, la loro geometria attuale e le deformazioni recano i segni dei movimenti di convergenza e di contatto tra le due zolle.


La linea insubrica segna gli antichi margini della zolla europea e di quella africana.


Tutte le rocce del fondo oceanico, in seguito alla spinta prodotta dal movimento del continente africano contro quello europeo, si sono compresse e ripiegate su se stesse e quindi sono state sospinte sul bordo meridionale del continente paleoeuropeo dove le coltri rocciose si sono accavallate in modo caotico fino a formare quella che oggi è la più imponente catena montuosa d’Europa, cioè la Catena delle Alpi.

Allora, gli strati delle rocce sedimentarie che un tempo erano in fondo all’oceano piemontese-ligure, si trovano ora a formare le Alpi le quali in molti punti mostrano gli strani tagli orizzontali di cui parla la lettrice nella sua domanda.
Tali “tagli” sono linee di separazione tra strato e strato di roccia sedimentaria e sono una caratteristica di tutte le montagne formate da rocce sedimentarie.


Fine