Il CICAP non si è mai occupato dell’equilibrio e l’orientamento nei sonnambuli? Ne parla A.Schopenhauer nel celebre saggio “Sulla Visione degli Spiriti” ma è un fenomeno che potrebbe essere prova di facoltà paranormali della mente, no?


Una storica locandina dell’opera “La sonnambula” di Vincenzo Bellini

Direttamente il CICAP non si è mai occupato di casi di
sonnambulismo. Tuttavia il fenomeno è stato ampiamente studiato dal punto di
vista scientifico. 

Diciamo subito che l’immagine tradizionale del sonnambulo
che cammina a braccia tese sui tetti, in camicia da notte, non corrisponde
affatto a verità. Il sonnambulismo può essere considerato un disturbo del
risveglio, ovvero una difficoltà nel coordinare i centri che presiedono il
passaggio dal sonno alla veglia. In pratica è come se il cervello inviasse dei
segnali motori, tipici della veglia, ma contemporaneamente non riuscisse a
uscire completamente dal sonno.

Il sonnambulismo non può manifestarsi durante la fase REM
(Rapid Eyes Motion), perché in questa fase il corpo è incapace di muoversi.
Esso è al contrario un fenomeno tipico del cosiddetto sonno lento. Lo stato in
cui si trova il sonnambulo è quello del dormiveglia, di un risveglio parziale.

Un sonnambulo è in grado di circolare per casa con gli occhi
aperti, riuscendo a evitare gli ostacoli. Raramente i sonnambuli compiono però azioni
tali da determinare pericolo.

La capacità di muoversi, camminare ed evitare ostacoli è
sicuramente insolita e sorprendente. Tuttavia in tale facoltà non vi è
assolutamente niente di paranormale. Si tratta semplicemente di movimenti e
gesti che avvengono grazie a una sorta di “pilota automatico” gestito
dal cervello che, nonostante le apparenze, è ancora in una fase dormiente.
Nessun sonnambulo ha mai compiuto azioni che non possano essere compiute anche
da un soggetto sveglio. 

Si sente spesso affermare che non bisogna svegliare i
sonnambuli, poiché il brusco risveglio potrebbe essere pericoloso. In effetti
talvolta sono state riscontrate reazioni violente da parte di alcuni soggetti
risvegliati. Si tratta di una sorta di comportamento di difesa, generato dal
fatto che il risveglio porta il soggetto a trovarsi in una situazione anomala e
sconosciuta.

Sembra che nel sonnambulismo vi sia una componente
ereditaria e che i soggetti maggiormente colpiti siano i bambini e gli
adolescenti. Esiste tuttavia anche un sonnambulismo caratteristico degli
anziani.

Può essere considerata una forma di sonnambulismo anche la
piuttosto diffusa tendenza a parlare durante il sonno. Il cosiddetto “sonniloquio”
può essere innescato da stress emotivi e da malattie febbrili. Tuttavia può
anche essere presente in soggetti perfettamente sani e normali. Il sonniloquio
può anche essere associato alle apnee notturne e al “pavor
nocturnus”. Quest’ultimo è un insolito disturbo, tipico dell’età infantile,
che si manifesta con uno stato di terrore e di agitazione. Esso colpisce circa
il 3 % dei bambini tra i 4 e i 12 anni.