Che relazioni ci sono tra la tettonica a zolle e le risorse minerarie? Eventualmente su quali siti, testi o altro posso trovare notizie riguardanti tale argomento?


La deriva dei continenti dalla Pangea (225 Ma) ad oggi.

La teoria della tettonica a placche (plate
tectonics) ci offre oggi un quadro interpretativo globale delle relazioni
esistenti tra gli oceani, i mari mediterranei e le terre emerse. Considerando
in quest’ambito le loro antiche e via via più recenti relazioni geostrutturali
e dinamiche, si possono proporre, come si faceva fino agli inizi di questo
secolo, non solo delle descrizioni di tipo prettamente naturalistico (un’eruzione
vulcanica esplosiva e/o effusiva, un evento sismico, la struttura di un
certo paesaggio, la bellezza di certe strutture cristalline nei minerali,
ecc.), ma anche delle argomentazioni più legate ai canoni del metodo scientifico-sperimentale.


Le attuali zolle (o placche) tettoniche.


La ricerca del rapporto causa-effetto ne è uno dei cardini principali,
pur nel contesto delle più recenti revisioni che hanno coinvolto scienziati
sperimentali e filosofi della scienza e della storia della scienza.
Per attenerci al tema posto, è bene ricordare che un minerale non ha una
struttura di tipo casuale, anche se ad un occhio non esperto le sue fattezze
esterne (habitus) sembrano allontanarsi più o meno marcatamente dai modelli
di solidi geometrici che i testi di mineralogia e di geometria ci propongono.
Un minerale quindi non si forma a caso, proprio perché deriva dall’associazione
di atomi e/o di ioni che si coordinano nello spazio secondo regole che
permettono l’accrescimento del solido.
Un’associazione di minerali costituirà poi un certo tipo di roccia.
Se consideriamo la formazione di un minerale legata al tempo e definita
nello spazio al momento del suo inizio, ci accorgiamo che abbiamo ad esempio
certi atomi (e non altri), certe condizioni di pressione, di temperatura,
di attività dovute ad agenti endogeni e/o esogeni che fanno parte del
complesso sistema dinamico che è la Terra.
Abbiamo ad esempio minerali che si formano in ambienti di metamorfismo
di contatto, regionale, ecc., oppure legati alle intrusioni o alle effusioni
magmatiche, o a processi di dilavamento torrentizi e fluviali, o in condizioni
idrotermali o vulcaniche terminali.

E’ logico che il quadro è estremamente
complicato e qui è possibile accennare solo a dei caratteri fondamentali.
Certo si è che la tettonica delle placche offre una visione d’insieme
(sempre perfettibile!) e con l’enorme quantità di studi che vengono continuamente
pubblicati si hanno le idee sempre più chiare sui rapporti genetici (e
non più solo descrittivi, naturalistici) che esistono tra questa teoria
e la distribuzione dei singoli tipi di minerali e delle loro associazioni
rocciose.
Tanto per fare un esempio: nelle condizioni di crosta oceanica in subduzione
al di sotto di crosta continentale, si osserva, a partire dalla fossa
oceanica e andando verso l’interno del continente che viene fatto oggetto
di subduzione che le polarità magmatiche, la variazione progressiva dell’età
dei vulcani (subacquei e/o subaerei) e la variazione mineralogica (soprattutto
di metalli utili all’uomo) sono tra loro strettamente correlabili. Ragionamenti
analoghi si potrebbero fare per altri contesti ambientali e bacini minerari
che, come è evidente, possono avere avuto storie geodinamiche completamente
differenti.

Segnalo, come richiesto, alcuni testi e/o
siti web di riferimento.

Testi
– PRESS. F. e SIEVER R., Introduzione alle Scienze della Terra,
pp. 547 e segg., Zanichelli, 1976.
– BONATTI E., L’origine dei depositi metalliferi nella litosfera oceanica,
Le Scienze, n.116, aprile 1975.
– RONA P.A., Tettonica a zolle e risorse minerarie, Le Scienze,
n.63, novembre 1973.
– BRIMHALL G., La genesi dei giacimenti metalliferi, in Le Scienze,
quaderno n.64, pp. 89 e segg., febbraio 1992.
– RANALLI G. (a cura di), Plate tectonics: the first twenty-five years,
Università di Siena, 1995.
– POLI G., Scienze oggi: Scienze della Terra, pp. 204 e segg.,
Cappelli, 2000.

Siti web:
Centro
Studi Geologia Strutturale e Dinamica CNR

Geologia
delle Catene CNR

http://pubs.usgs.gov/publications/text/dynamic.html