Se, risalendo un monte, si osservano calcari con trilobiti poggiati sopra marne con ammoniti, cosa se ne puo’ dedurre?

 

Trilobita
 

Ammoniti
Giurassico – 180 milioni di anni


L’osservazione diretta della roccia permetterebbe certamente una serie di deduzioni la cui attendibilità avrebbe bisogno di un’esatta definizione del calcare e della marna (soprattutto del calcare), e dell’esatta attribuzione stratigrafica dei trilobiti e delle ammoniti.

In generale, il passaggio da un calcare ad una marna indica un maggior apporto terrigeno (una marna contiene idealmente circa il 50% di calcare e circa il 50% di minerali argillosi) quindi una vicinanza della costa (in generale, una diminuzione del livello marino). D’altra parte il calcare può essere di diversa origine: clastico, organogeno, chimico, ecc. Seguendo i criteri base della stratigrafia, se la successione non è rovesciata (tettonicamente), il termine soprastante dovrebbe essere più recente di quello sottostante. Quindi il bacino sembra essersi evoluto da un mare prossimo alla costa (marne) ad un ambiente di piattaforma (calcari), con acque profonde non più di 150-200 metri. Naturalmente, supponendo che tra le due deposizioni non vi siano esistiti altri orizzonti in seguito erosi e smantellati (formando un cosi detto iatus o lacuna stratigrafica). Per determinare l’esatta polarità della formazione (cioè per capire se la successione è stata oppure no rovesciata dalle vicende tettoniche) può essere utilissima la documentazione fossile. Infatti, se la roccia sovrastante contiene fossili stratigraficamente più recenti di quelli della roccia sottostante, allora è la prova che la successione non è rovesciata. Fortunatamente, nel caso proposto, sia trilobiti che ammoniti sono ottimi fossili guida e permettono una buona e attendibile datazione stratigrafica. I trilobiti, tipici dell’era Paleozoica (buonissimi fossili per il cambriano e l’Ordoviciano: nessuno è sopravissuto al Permiano, circa 225 milioni di anni fa) possono essere classificati facilmente a seconda della forma del cephalon, del torace, dei metameri e del pigidio, dalla forma della glabella e dei solchi glabellari, dagli occhi, dalla presenza di tubercoli, ecc. Le ammoniti sono eccezionali fossili guida per il Mesozoico. Questi fossili sono comparsi nel Siluriano, quando si differenziarono dai nautiloidi. Sono buoni fossili di zona per il Devoniano e Carbonifero, ma presentano le forme più evolute e complesse nel Mesozoico. Tutte le forme si estinsero alla fine del mesozoico, nel Cretaceo (insieme ai dinosauri). Le ammoniti paleozoiche sono facilmente distinguibili da quelle mesozoiche, principalmente per la maggiore complessità dei disegni suturali di queste ultime. L’unico periodo in cui nei mari vissero contemporaneamente ammoniti e trilobiti fu nel Paleozoico tra il Siluriano ed il Permiano.
Dalla sola breve descrizione del lettore non si può dire altro. Si può solo ipotizzare che la roccia sottostante sia una marna calcarea triassica (facies alpina?) o perlomeno mesozoica, con ammoniti a guscio avvolto e disegni suturali semplici (nel caso i disegni suturali fossero più complessi, sino ad arrivare a disegni floreali, l’età potrebbe essere spostata verso il Giurassico o Cretaceo). La roccia soprastante, soprattutto se più scura e compatta, potrebbe essere paleozoica, probabilmente ordoviciana-siluriana, con trilobiti di questa età. In questo caso, ma senza una visione diretta dell’affioramento si possono solo fare ilazioni e ipotesi avventate, la formazione sarebbe capovolta, a seguito di avvicendamenti geologico-tettonici.
Sarebbe interessante avere qualche dettaglio maggiore, magari una foto ravvicinata ed una a distanza di qualche metro, di questo affioramento (recarsi sul posto sarebbe la cosa più corretta e utile: come già suggeriva Charles Lyell nel secolo scorso, la geologia si “fa” sul terreno).