In Italia ci sono fonti di rifiuti radioattivi? Quali? Come vengono trattati?

I rifiuti radioattivi sono prodotti in generale in
piccole quantità rispetto alle altre categorie di
rifiuti, ma possono creare notevoli danni all’ambiente e alla
salute dell’uomo a causa dell’emissione di
radiazioni. 
L’attività radioattiva diminuisce con il tempo
diventando sempre meno pericolosa. Il tempo necessario
per il decadimento radioattivo è diverso a seconda delle
sostanze e può essere pari a minuti, ore, giorni, anni o
parecchi secoli.

I maggiori produttori di rifiuti radioattivi sono le

centrali nucleari, mentre produttori di minore
importanza, sia dal punto di vista della quantità, sia
dal punto di vista della pericolosità, sono alcuni laboratori di ricerca, ambulatori e ospedali in cui si
praticano particolari terapie mediche. In italia, a
seguito del referendum sull’energia nucleare tenutosi
alcuni anni fa, non esistono più centrali nucleari,
mentre invece sono presenti in quasi ogni città dei
produttori “minori” di rifiuti radioattivi.

L’unico modo possibile per smaltire i rifiuti
radioattivi è aspettare che la loro attività sia scesa
al disotto dei limiti imposti dalla legge e quindi
immetterli nell’ambiente o nel circuito di smaltimento
dei rifiuti urbani e industriali. Durante questo tempo i
rifiuti devono essere stoccati in contenitori che non
consentano il passaggio delle radiazioni.
Questo non comporta particolari difficoltà nel caso di
rifiuti provenienti da attività mediche o di ricerca,
che decadono in pochi giorni, ma è enormemente complesso
per le scorie provenienti dalle centrali nucleari, che
conservano livelli di radioattività molto pericolosi
anche per migliaia di anni! Questa categoria di rifiuti,
costituita in massima parte da fanghi, materiale
polverizzato e di piccole dimensioni,  viene
preventivamente compressa e inglobata in un impasto di
cemento e successivamente racchiusa in fusti di metallo
inattraversabile alle radiazioni e di solidità tale da
non consentire fuoriuscita di materiale neanche in eventi
di eccezionale gravità (terremoti, esplosioni, incidenti
stradali, ferroviari ed aerei). Questi contenitori
vengono poi depositati all’interno delle centrali o
trasportati in altri siti considerati inaccessibili come
ad esempio miniere esaurite e fondali oceanici.