Ambito dei campi elettromagnetici: Vorrei sapere se ci sono differenze (e se si quali) tra il campo magnetico emesso da una antenna TV o radio e il campo magnetico di una antenna per telefonia cellulare o fissa. Esistono distanze di rispetto per le due sorgenti? Grazie, Dante.

Le trasmissioni radio, TV e telefoniche si avvalgono di campi elettromagnetici,
non di “campi magnetici” che, in quanto tali, esistono solo
in condizioni statiche (calamite) o a frequenza bassissima: si veda in
proposito una precedente risposta (http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7852).

Tutti i campi elettromagnetici hanno in fondo la
stessa natura, qualunque sia l’applicazione per cui sono
impiegati. Tuttavia, le differenti intensità e frequenze
in gioco nei vari casi rendono assai diverso il
comportamento del campo EM soprattutto per quel che
concerne la sua interazione con i sistemi biologici e
quindi gli eventuali effetti sanitari che da questa
interazione possono scaturire.

Le bande di frequenza impiegate per i principali
servizi di telecomunicazione in Italia sono
riportate nella tabella seguente.

Servizio Banda di frequenza
(approssimativa)
Note
Radio AM 500 – 1600 kHz Radiodiffusione RAI a onde medie
TV VHF-I/II 50 – 88 MHz Canali RAI 1
Radio FM 88 – 108 MHz RAI e private a modulazione di frequenza
TV VHF-III 170 – 220 MHz Canali RAI 1
TV UHF-IV/V 470 – 850 MHz RAI 2 RAI 3 ed emittenti private
Telefonia eTACS 870 – 950 MHz Cellulari “analogici”
Telefonia GSM 880 – 960 MHz Cellulari digitali europei
Telefonia DCS 1710 – 1880 MHz Cellulari “dual band”

Come si vede, esiste una notevole
contiguità tra le più alte frequenze impiegate dalla TV
e quelle della telefonia cellulare più classica (eTACS e
GSM); è lecito aspettarsi quindi che anche gli eventuali
effetti biologici e sanitari siano confrontabili (a
parità di intensità del campo), anche se la struttura
del segnale (cioè il tipo di modulazione) nei due casi è
abbastanza diversa.

Le principali differenze tra diffusione televisiva e
telefonia cellulare consistono comunque nei due seguenti
punti fondamentali.

  1. La TV impiega trasmettitori con potenze ERP
    notevolmente più alte (fino a circa 100 kW)
    di quelle in uso in telefonia (massimo circa
    2 kW), a causa della maggior distanza che
    normalmente intercorre tra trasmettitore e
    ricevitore. Questo è dovuto alla grande
    capillarità di diffusione sul territorio delle
    stazioni radiobase della telefonia, imposta da
    esigenze di servizio. I livelli di campo a
    livello dei ricevitori sono comunque dello
    stesso, bassissimo, ordine di grandezza.
  2. La TV è monodirezionale (dal ripetitore
    all’apparecchio ricevente) mentre la telefonia è
    ovviamente bidirezionale. Questo determina una
    grande diffusione nell’ambiente di piccoli trasmettitori (i
    telefonini), con potenze fino a qualche watt, che
    non ha riscontro nel settore televisivo, dove i
    trasmettitori sono relativamente pochi e
    concentrati in genere in siti isolati.

Infine, per quanto riguarda le distanze di rispetto, la normativa italiana non ne prevede e specifica invece
solo limiti sull’intensità dei campi nei luoghi occupati dalla popolazione
(distinguendo tra permanenza breve o prolungata).