Per l’uso dell’acido fluoridrico quali sono i materiali piu’ idonei (come tubazioni e valvole)? Esiste una normativa per la sua manipolazione?


L’ acido fluoridrico fa parte a tutti gli effetti dei
cosiddetti “Gas Tossici” individuati ai sensi
del Regio Decreto n.147 del 9 gennaio 1927 e successive
modificazioni. Per questo il suo impiego in Italia e’
soggetto a limitazioni piuttosto pesanti ed in
particolare richiede sempre l’autorizzazione al suo
utilizzo.


Per le soluzioni acquose con titolo <40%, per le
soluzioni fino al 85% in quantita’ inferiore a 50Kg netti
e per l’ HF liquefatto in recipienti in pressione fino a
un massimo di 60Kg netti l’ autorizzazione al deposito
non e’ invece necessaria. Lo e’ nei casi che eccedono
quanto sopra ed in ogni caso per HF gassoso.


La licenza per il trasporto e’ invece necessaria solo se
la quantità e’ superiore a 60Kg netti.


Come per tutti gli altri gas tossici e’ poi richiesta la
presenza di personale patentato.


I lavoratori addetti all’ impiego di HF sono soggetti a
visita medica obbligatoria trimestrale (DPR 303/56) e
devono essere assicurati all’ INAIL.


Inoltre l’ HF e’ riconosciuto come possibile causa di
malattia professionale ex DPR 336/94. In caso di
infortunio o malattia da esso provocata e’ obbligatoria
la denuncia contro gli infortuni e le malattie
professionali (D.M. 18/4/73).


Infine si cita la presenza dell’ HF negli elenchi di cui
alla “Direttiva Seveso” (DPR175/88) di
disciplina delle attivita’ a rischio di incidente
rilevante. Sono cioe’ previste notifiche al Ministero
dell’ Ambiente o


dichiarazioni alla Regione competente in caso di presenza
di HF negli impianti industriali al di sopra di soglie
limite individuate.




Per tutto l’ iter procedurale da seguire per ottenere le
necessarie autorizzazioni e per conseguire la patente di
abilitazione all’ impiego si rimanda alla consultazione
della normativa vigente (R.D. 147/27).


Informazioni possono essere ottenute dal Comando dei
Vigili del Fuoco competente per territorio. Esistono
anche pubblicazioni  (cito a titolo di esempio
Renato Mari, Gas Tossici, Pirola ed.) che possono essere
utili per informazioni di carattere generale e per
prepararsi a sostenere gli esami.




La commercializzazione dell’ HF avviene generalmente in
bombole di acciaio collaudate a 10 bar di pressione ed
aventi un grado di riempimento massimo di 0.84Kg per
litro (cio’ che corrisponde all’ 80% in volume circa). I
recipienti vanno revisionati ogni due anni.


Nel caso di soluzioni acquose possono essere impiegati
anche recipienti di piombo, ferro ebanitato  o
polietilene, purche’ il titolo sia inferiore al 70%. Per
concentrazioni superiori si deve ricorrere invece all’
acciaio.




La reattivita’ dell’ acido fluoridrico e’ molto alta. Ha
grande facilita’ di polimerizzazione e tende a reagire
con l’ acqua o l’ umidita’ in modo fortemente esotermico.


La reazione che piu’ lo caratterizza e’ comunque l’
attacco acido nei confronti della silice per formare
acqua e tetrafluoruro di silicio. Per questo vanno
assolutamente evitati contenitori, tubi o valvole in
silicati o vetri vari.


Materiali che non sono attaccati dall’ HF anidro sono
acciaio, piombo, nichel, alluminio, rame e i metalli
nobili. Quasi tutti i metalli (ad eccezione del piombo e
dei metalli nobili) sono invece attaccati dalle sue
soluzioni acquose con formazione di miscela esplosiva
idrogeno-aria.


Molto interessanti sono anche le applicazioni dei
materiali plastici. L’ HF anidro non attacca infatti i
polimeri clorurati (politetrafluoroetilene e poli
trifluorocloroetilene) mentre le sue soluzioni non
attaccano nemmeno polistirene e polietilene.




Dal punto di vista della classificazione CE, l’ HF e’
identificato come “molto tossico per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione” e
“provoca gravi ustioni”. Di conseguenza vanno
adottate anche le adeguate misure di etichettatura.


I sintomi da avvelenamento si manifestano sull’ uomo dopo
alcune ore e possono portare a lesioni irreversibili a
carico dell’ apparato digerente (in caso di ingestione),
ad ulcere ed edemi polmonari (in caso di inalazione) o a
ustioni e necrosi (in caso di contatto cutaneo).


Possono anche aver luogo depositi di fluoruri nei tessuti
ossei con drastica diminuzione del calcio disponibile e
alterazioni delle funzionalita’ nervose, muscolari e
cardiache.




Durante l’ impiego e’ comunque consigliabile operare con
occhiali a protezione degli occhi, guanti e stivali in
PVC o neoprene, tuta con cappuccio ed adeguata protezione
del viso.


Vanno inoltre adottate idonee misure di protezione per le
vie respiratorie quali ad esempio l’ autorespiratore o la
maschera antigas dotata di filtro per vapori e gas acidi
(filtro B grigio).