Le piante comunicano tra di loro?

I meccanismi di relazione tra piante più diffusi e più studiati riguardano la competizione, la lotta per affermarsi in un ambiente, in generale quindi più che la comunicazione regna la legge del più forte, o meglio, del più adatto. Le piante competono per lo stesso territorio e, ad esempio, comunicano tramite sostanze chimiche prodotte dalle radici che una determinata zona del terreno è esclusivamente loro, e le radici di altre piante la evitano.

Altri esempi di comunicazione per via chimica riguardano la produzione di ormoni volatili (etilene) prodotti dalla maturazione dei frutti o durante l’invecchiamento della pianta; sono volatili appunto per comunicare messaggi ormonali a parti diverse di una stessa pianta ma anche tra piante diverse.

Ad esempio in seguito ad attacchi parassitari, l’etilene prodotto da una pianta può influenzare il comportamento di un’altra, predisponendola ad una migliore resistenza.

Esistono anche complesse comunicazioni biochimiche tra piante verdi e funghi, non solo quando si instaurano simbiosi (micorrize), anche gli attacchi di patogeni iniziano con scambi di messaggeri chimici, che servono al parassita per riconoscere l’ospite. Questi messaggeri sono studiati per essere usati per la difesa da funghi dannosi.
 
Tramite queste sostanze ad esempio si potrebbe dare al fungo un informazione errata, comunicandogli che una pianta che noi vogliamo proteggere, per lui non è buona come fonte di nutrimento.
 
Vedi http://ianrwww.unl.edu/ianr/ard/rn/0397/fungi.htm

Per il resto sembra che le piante preferiscano comunicare con gli insetti, ad esempio indicando con forma e colore dei fiori dove possono trovare il nettare, ma si tratta sempre senza dubbio di una comunicazione interessata.

Ci sono stati vari studi sulle capacità di comunicazione delle piante tra loro e addirittura con l’uomo tramite impulsi elettromagnetici (un libro ha raccolto varie esperienze anche se di solito molto amatoriali: “La vita segreta delle piante” ed.Sugarco), le ipotesi sono stimolanti, ma non ci sono finora risultati accettabili.