Ho sentito che i licheni sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico. A quale tipo di inquinamento sono sensibili? E perché?

l lichene mancando di aperture stomatiche e di cuticola assorbe attraverso il proprio strato corticale l’aria e l’acqua e tutte le sostanze gassose e solide disciolte in essa, riuscendo anche a catturare particelle di polvere.

In generale però, mentre per i composti gassosi esiste la possibilità di poter essere riemessi, per gli altri vi saranno processi di trasformazione ma difficilmente verranno eliminati: i licheni non hanno come altri organismi nessun apparato escretore. Ad esempio non perdono annualmente le foglie come molte piante. 
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I licheni assorbono quindi dall’aria (oltre all’ossigeno e all’azoto) anche sostanze inquinanti di varia natura e sono particolarmente colpiti dalle modificazioni della composizione dell’aria che l’uomo ha determinato negli ultimi decenni e si trovano quindi a subire tutti gli attacchi degli elementi inquinanti. 

Le sostanze estranee (moltissime: dallo stronzio alle piogge acide) non potendo essere eliminate portano quindi il lichene alla morte. Ecco quindi che quando se ne trovano in grande quantità (ed esistono varie metodologie per stabilirne la frequenza) si può parlare di un ambiente sano. 

I licheni sono strutture vegetali che originano dalla simbiosi di un fungo ed un alga, da ciò derivano caratteristiche uniche che determinano una particolarmente sensibilità all’inquinamento.

Anzitutto i licheni dipendono quasi esclusivamente dall’atmosfera per il proprio nutrimento (si possono infatti veder crescere anche su rocce), e, differenza delle piante, non hanno meccanismi di difesa come cuticola o stomi per proteggersi da eventuali sostanze tossiche presenti. Agiscono infatti come spugne, assorbendo dall’atmosfera, insieme all’umidità, anche tutte le sostanze presenti. Alga e fungo vivono in un equilibrio che la presenza delle sostanze inquinanti perturba, condizionando sopravvivenza e crescita del lichene.

Per questa ragione i licheni sono sempre più studiati ed utilizzati come preziosi bioindicatori, cioè come indicatori viventi dei livelli di inquinamento atmosferico: nelle aree non inquinate si trovano numerosi tipi di licheni, che si sviluppano regolarmente; avvicinandosi ad aree più inquinate (ad esempio centri urbani), i licheni divengono più rari e crescono sempre più lentamente, fino ad arrivare, nelle zone ad alto inquinamento, al cosiddetto “deserto lichenico”.

La risposta dei licheni all’ambiente è molto attendibile, tanto che da esperienze condotte in Svizzera, con omnitoraggio della presenza e della crescita dei licheni si è messo a punto un “Indice di Purezza dell’Aria” (IAP) che consente stime molto precise dell’inquinamento atmosferico.

I licheni agiscono anche come bioaccumulatori, infatti, non potendole utilizzare, accumulano notevoli quantità di sostanze tossiche, l’analisi chimica di quello che si trova nei licheni fornisce molte indicazioni su ciò che c’è o che c’era nell’aria, e quando le concentrazioni sono troppo elevate il lichene muore.

Da quanto detto appare chiaro che i licheni assumono ciò che di buono o cattivo capita a loro portata, sono sensibili a tutti i contaminanti più comuni e più tristemente famosi quando si parla di inquinamento: anidride solforosa, ossidi di azoto, e poi i metalli pesanti come piombo, rame, nichel, cadmio, zinco.

La sensibilità dei licheni offre uno strumento economico e preciso per studiare l’inquinamento e anche per comprenderne i rischi.

Per saperne di più: http://www.fs.fed.us/r6/aq/lichen/welcome.html

e alcune esperienze didattiche italiane sull’uso dei licheni come bioindicatori:
http://www.comune.maranello.modena.it/licheni.htm
http://www.ittc.net/darzo/prgeda.htm

Da: http://www.magicoveneto.it/natura/licheni/F1.htm