Ho sentito che in America alcuni scienziati vogliono riprodurre il Big Bang compresi i primi istanti successivi ad esso. A prima vista mi è sembrato un esperimento intelligente e rivoluzionario, ma ho cambiato idea quando hanno detto che c’è il rischio che si formi un buco nero. Conoscendo un po’ di astrofisica sono cosciente del pericolo a cui si va incontro. Non si potrebbe evitare l’esperimento o perlomeno ridurre il rischio?

Alcune riviste di ampia diffusione riportarono, non molto tempo fa, 
la notizia di questo esperimento puntando, com’e’ triste consuetudine
, sull’aspetto sensazionalistico della questione. Da qui la comparsa di
titoli catastrofici come ipotetici buchi neri che inghiottono le città
(in particolare New York, ma non vorrei sbagliare)

L’esperimento in questione e’ sicuramente 
molto, come si suol dire, “di confine” 
coinvolgendo stadi della materia di cui non si conoscono pienamente 
le caratteristiche. La commissione incaricata dell’esperimento
ha assicurato che tutte le precauzioni sono state prese; tuttavia una
seconda commissione ha evidenziato alcuni problemi, 
o meglio, alcuni eventuali problemi che il buon esito dell’esperimento
potrebbe portare. In particolare l’esistenza di uno stato della materia  iperdenso le cui caratteristiche dovrebbero
essere maggiormente chiarite. Da qui la necessità di continuare gli studi.
Non so come e’ andata a finire la questione perché non ho più seguito
la cosa, ma credo che New York sia sempre al suo posto.

Evitare gli esperimenti non mi sembra proprio la scelta migliore; dove
saremmo mai senza quei meravigliosi esperimenti che hanno segnato tappe
entusiasmanti della ricerca scientifica?

Fare ricerca scientifica significa lavorare teoricamente e sperimentalmente
(laddove questo e’ possibile ).

Ovviamente ci si augura che ogni “precauzione” del
caso possa essere presa nell’eseguire gli eventuali esperimenti. Naturalmente
da parte dei ricercatori ci dovrebbe essere l’accortezza di non arrivare
un po’ troppo frettolosamente a conclusioni azzardate (e non solo per
non fare una figuraccia nell’ambiente scientifico) e da parte dei media
non si dovrebbero comunicare notizie che riflettano solo l’aspetto sensazionalistico
o catastrofico della notizia senza un’adeguata conoscenza del problema;
questo permetterebbe, non solo di apprezzare meglio la bellezza della
ricerca scientifica che sta dietro l’esperimento, ma anche di evitare
pacchiani strafalcioni o dannose approssimazioni.