Ho letto recentemente un libro scritto da un fisico “Einstein aveva ragione: Dio non gioca a dadi” W. Cassani-Demetra Ed. in cui si parla di una teoria, la teoria ondulatoria del campo che avrebbe superato i problemi della meccanica quantistica riunificandola con la relatività. Postula uno spazio-tempo non continuo e infinito, una quinta forza repulsiva e dà una nuova spiegazione del cosmo. Cosa c’è di vero?

Avvertenza: per una risposta il piu’ possibile obiettiva sono state contattate diverse persone; per avere altri pareri è possibile consultare il motore di ricerca nei newsgroup (DejaNews) per recuperare i vecchi articoli (1995-1996) sul dibattito dedicato al libro di Cassani.

 

 

 

Risposta di Paolo Sirtoli

 

Ho letto questo libro nel 1995, ed ho incontrato personalmente Cassani nel febbraio 1996 in occasione di una sua conferenza presso il Circolo Astrofili Bergamaschi.

 

A proposito della cosiddetta "eresia scientifica" va detto che in ogni epoca ci sono stati pensatori indipendenti che hanno affrontato dall’esterno la comunità degli scienziati, ottenendo in generale il loro scherno e raramente la loro comprensione. A volte proponevano visioni corrette seppure fuori dal comune, ma nella maggior parte dei casi si trattava di ciarlatani.

Per una serena valutazione del fenomeno "eresia scientifica" è bene tenere presente alcuni elementi:

 

  • da decenni i problemi della fisica contemporanea sono affrontati da persone altamente competenti e specializzate, dotate del complesso bagaglio matematico e della necessaria capacità di indagine: è improbabile che la soluzione possa essere trovata da un non professionista con tecniche di calcolo elementare.
  • la bontà di una teoria e dunque la convenienza di una sua seria considerazione dipende dalle previsioni che essa è in grado di fare. Tali previsioni devono però essere espresse in forma matematica ed isolate chiaramente dagli effetti spurii delle misurazioni. Ad esempio Cassani porta a sostegno della sua teoria (che avrebbe previsto l’esistenza di una quinta forza) l’accelerazione anomala delle sonde Pioneer (Physical review letters, vol 81, n°14, 2858-2861) ma non fornisce neppure una formula e non considera che tale accelerazione anomala non dipende dalla distanza dal Sole!
  • la totalità delle cosiddette teorie alternative è stata sviluppata da una sola persona e dunque manca il confronto che può portare ad esprimere in forma più compiuta le idee.
  • il tono canzonatorio e persino denigratorio che i cosiddetti "eretici" usano nei confronti degli scienziati e della scienza ufficiale, il loro continuo richiamarsi a personaggi di primo piano nel processo scientifico (Galileo, Einstein, Darwin, ecc.) fa nascere il sospetto che essi siano animati da risentimento verso l’autorevolezza ed il prestigio di cui godono i cattedratici, e che considerino in modo eccessivamente personalistico lo sviluppo della scienza.
  • in genere gli "eretici" sono ottimi divulgatori, con una chiara visione della storia della scienza e dei suoi risultati, ma in genere non conoscono altrettanto bene i metodi ed il linguaggio matematico usati dagli scienziati per esprimere le loro teorie. Questa loro chiarezza attira persone scientificamente immature: studenti liceali o dei primi anni di Università, non fornendo loro tuttavia adeguate spiegazioni su ciò che vanno affermando.
  • l’onere della prova spetta a chi fa una affermazione: non basta affermare qualcosa e pretendere che siano gli altri scienziati a riconoscerlo vero, senza dimostrazioni e senza prove sperimentali.
  • se Tizio afferma che "esiste una quinta forza repulsiva" e Caio non solo afferma ciò, ma fornisce una dettagliata dimostrazione e la prova sperimentale che esiste tale forza repulsiva, il merito va totalmente a quest’ultimo, dato che le affermazioni gratuite non costano nulla a chi le produce e dunque non valgono nulla. Nemmeno il riconoscimento in qualità di precursore può essere concesso a Tizio perché oggigiorno chiunque può dire qualsiasi cosa in piena libertà e dunque la quantità di informazione associata tende a zero.

Venendo alle affermazioni di Cassani, possiamo dire che:

 

  • (che io sappia) tutti i fisici che hanno letto la teoria di Cassani non hanno rilevato elementi di chiarezza e di precisione matematica tali da farla considerare una vera e propria teoria scientifica. Quando Cassani afferma "nessuno è mai stato in grado di confutare le mie teorie" in realtà non si accorge che non essendoci alcuna affermazione scientifica, non puo’ esservi neppure una confutazione altrettanto scientifica.
  • Cassani non è il primo né l’unico a rifiutare l’interpretazione canonica probabilistica della meccanica quantistica, ma ben altri costrutti teorici e di ben altra qualità sono stati avanzati per offrire interpretazioni diverse (Bohm, Everett III).
  • non ci sono evidenze sperimentali o postulati teorici per l’esistenza di una quinta forza di interazione.

Va però detto anche che la fase attuale della fisica è molto stimolante: fenomeni imprevisti (se confermati) turbano l’assetto delle teorie note e da tempo consolidate:

 

  • la scoperta che il neutrino ha una massa sconvolge il modello standard
  • l’accelerazione anomala delle sonde Pioneer verso il Sole
  • fenomeni non chimici nelle celle elettrolitiche al Palladio/Trizio (la cosiddetta fusione fredda)
  • la scoperta che almeno in alcuni casi la legge di Hubble è violata (associazioni anomale tra quasar e galassie)
  • l’accelerazione dell’espansione dell’Universo

Si veda anche questa pagina di Gianni comoretto dell’Osservatorio astronomico di Arcetri che raccoglie tutti i siti dedicati a teorie pseudo-scientifiche. Inoltre Enrico Smargiassi dell’Università di Trieste ha raccolto in questa pagina diverse considerazioni sulla teoria di Cassani, tratte da molte discussioni anche con l’autore stesso.

 

Risposta di Luca Boschini

Anch’io ho letto il libro, ed ho pure assistito ad una conferenza del dott. Cassani. Sebbene abbia trovato alcune incongruenze nella sua teoria, che ho segnato a margine delle pagine del libro, non ritengo di avere sufficiente "autorevolezza" per giudicare o criticare le teorie in esso esposte. Quello che mi sento di compiere è invece una critica non sui contenuti ma sul "metodo".

Tanto per cominciare Cassani parte dal seguente presupposto: la meccanica quantistica si basa si concetti assurdi e contro-intuitivi di probabilità degli eventi e bisogna perciò tentare di "superarla" con una teoria fisica deterministica. Questa idea presuppone perciò che i nostri sensi e le nostre intuizioni, che si sono formate nel corso di milioni di anni di evoluzione per risolvere i problemi del procacciarci il cibo, difenderci dai predatori e riprodurci, siano perfettamente adatti a capire la natura profonda dell’universo e ciò che pare contrario al senso comune è conseguentemente sbagliato.

Naturalmente questa è una visione antropocentrica un po’ ingenua e la natura non è affatto obbligata a rispondere alle nostre aspettative. Inoltre, a corollario di ciò, aggiungo che l’idea che la fisica debba essere in grado di stabilire (almeno in linea teorica) tutti i parametri di un sistema con precisione infinita è una vecchia concezione deterministica, superata dalla verifica sperimentale delle celebri disuguaglianze di Bell, la quale ha accertato che le grandezze fisiche note, soggette al principio di indeterminazione e perciò "condannate" a restare indecise, sono sufficienti a descrivere compiutamente ogni sistema fisico. Adottando, se vuoi, una visione scientista e pragmatica, aggiungerei che, dal momento che la fisica quantistica fornisce tutto quanto serve e basta per capire i principali fenomeni microscopici, non si coglie la necessità di alcuna teoria alternativa che, sia pure basata su presupposti filosofici diversi, giunga a dare risposte al più altrettanto adeguate (quanto ho esposto è noto come "rasoio di Occam").

Questo è valido in forma generale, in particolare aggiungerei comunque che l’immensa varietà dei fenomeni che avvengono negli acceleratori di particelle e che vengono descritti dall’elettrodinamica e dalle cromodinamica quantistica è tale che una spiegazione alternativa dell’effetto Compton non è affatto sufficiente ad abbandonare le teorie attuali.

Oltre a ciò, il veicolo usato da Cassani per diffondere le sue teorie, cioè un libro per il pubblico, è totalmente sbagliato: se si vuole essere ascoltati dalla comunità scientifica il modo convenzionale è quello di sottoporre una teoria ad una rivista scientifica, la quale la passa al vaglio di alcuni esperti (detti referee) e successivamente, se giudicata degna di essere esaminata, la pubblica in modo che tutti gli scienziati possano valutarla e criticarla. Sottoponendosi a tale "trafila" si espongono le proprie teorie al giudizio, e spesso ad un’analisi aspra e spietata, da parte dei colleghi, ma è solo dal confronto e dal dibattito che possono emergere le intuizioni migliori.

Non c’è affatto da stupirsi che la comunità scientifica snobbi e si rifiuti di prendere in considerazione le affermazioni del dott. Cassani, il quale è andato alla ricerca del sostegno del pubblico invece di affrontare un serio dibattito coi colleghi. Oltre a ciò, in un libro divulgativo vengono necessariamente omesse tutte le dimostrazioni matematiche e le formulazioni rigorose che sono l’essenza fondamentale di ogni teoria fisica, sicché non risulta possibile un’analisi dei presupposti matematici o una verifica quantitativa delle affermazioni.

Un’esempio ti sarà illuminante: nel libro si prevede l’esistenza di un’oscillazione dello spazio generata dalle masse in movimento (tanto che si suggerisce di percuotere una massa e misurare gli effetti indotti su un’altra massa posta ad opportuna distanza), ma quanto grande ci si deve attendere che sia questo effetto? Esso in realtà è stato previsto anche da Einstein: sono le onde gravitazionali, ma in più nella relatività generale si forniscono anche gli strumenti matematici per valutare che tali oscillazioni sono generalmente così piccole da non poter essere rilevate da nessuno strumento; ciò nonostante prevedono che due stelle di neutroni orbitanti dissipino parte del loro momento angolare sotto forma di onde gravitazionali e che le loro orbite vadano progressivamente riducendosi di una quantità che è stata effettivamente calcolata e quindi misurata per conferma.

Concluderei dicendo che le più monumentali teorie della fisica moderna sono tutte frutto della collaborazione (e spesso del confronto e dello scontro) di centinaia delle menti più brillanti del mondo (anche Einstein, per la relatività, rende giustamente merito ai suoi predecessori che studiando l’elettrodinamica classica gli hanno fornito gli strumenti per la sua teoria), perciò io diffiderei di un fisico che pretenda da solo di aver capito tutti i meccanismi in atto della fisica delle particelle ed in quella che domina le galassie e che cerchi per queste sue affermazioni l’appoggio delle gente comune piuttosto che quella dei colleghi, gli unici preparati a valutarne l’attendibilità.