Vorrei avere informazioni sulla concezione dello spazio-tempo di Aristotele, Newton e Einstein.

Per Aristotele lo spazio e’ il risultato dei limiti corporei e si identifica
con il luogo (topos). Non c’e’ quindi il vuoto, ma un’entita’ fisica che
puo’ essere forma, materia, intervallo, o limiti estremi (si veda: Aristotele,
Fisica, a cura di L. Ruggiu, Rusconi, Milano 1995; pp. 169 e seguenti).
Da notare che lo spazio aristotelico risente molto della cosmogonia mitologica.

Ancora con Newton la concezione di spazio risente dell’influenza delle
teorie cosmologiche e teologiche, anche se il filosofo naturale inglese
introdusse il concetto di spazio assoluto. Anche se e’ bene notare che
Newton afferma nei Principia che non c’e’ alcuna necessita’ di definire
lo spazio, perche’ si tratta di un concetto ben noto a ciascuno.

Infine, con Einstein lo spazio si miscela col tempo e il concetto fondamentale
diventa la distanza spazio-temporale tra due punti.

Tra i moltissimi testi disponibili per ampliare la questione, sicuramente
troppo complessa – e nel contempo interessante – per essere trattata con
poche righe su internet, mi sento di consigliarne due in particolare:

– K.S. Thorne: Black holes and time warps. Einstein’s outrageous legacy.
W.W. Norton & Co., New York 1994.
– E. Bellone: Spazio e tempo nella nuova scienza. La Nuova Italia Scientifica,
Roma 1994.
Il primo, in particolare, che non mi risulta essere stato tradotto in
italiano, e’ un best seller negli USA (e a mio parere anche a ragione)
e ha ricevuto un premio dall’American Institute of Physics per la divulgazione.