Salve, sono una studentessa di scienze biologiche e non riesco a capire con chiarezza il paradosso dei fiori ermafroditi in natura, ma soprattutto della proteroginia in Junglans regia.

La possibilità di riprodursi delle piante superiori è estremamente varia. Possono  riprodursi per via agamica o vegetativa, come ad esempio per innesto, talee, etc e per via gamica, quando cioè entra in gioco la riproduzione sessuale. 

La riproduzione agamica è praticamente assente negli animali superiori, dove esistono invece  forme di riproduzione vegetativa solo in animali  inferiori come ad esempio nelle Planarie, che sono in grado di rigenerare una parte superiore alla metà del proprio corpo.  
http://it.wikipedia.org/wiki/Planarium

Consideriamo le Fanerogame o Spermatofite che sono le uniche piante in cui la riproduzione sessuale ha come risultato la produzione del seme: possiamo trovare tutte le combinazioni possibili:  

  • piante con fiori solo maschili o solo femminili, dette Dioiche
  • piante che hanno  fiori  maschili e fiori  femminili sulla stessa pianta, dette Monoiche. In questo caso si possono avere:
    • fiori diclini: Fiori unisessuati, che possono essere fiori pistilliferi o fiori staminiferi;
    • fiori monoclini o fiori perfetti o ermafroditi.

http://www.funsci.com/fun3_it/guida/guida4/micro4.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Riproduzione
http://it.wikipedia.org/wiki/Fiore

Dato che la riproduzione sessuale ha lo scopo di  portare variabilità genetica, la presenza di fiori ermafroditi può sembrare un non senso, perchè ovviamente in caso di autofecondazione la pianta figlia ha lo stesso corredo genetico della pianta madre.

Per esempio alcune Drosere sono monoiche e hanno maturazione contemporanea degli organi sessuali maschili e femminili. Questo permette al fiore l’autoimpollinazione, che è possibile solo in piante dai fiori monoclini. Nella Drosera il fiore rimane aperto solo un giorno, con scarsa possibilità di essere fecondate dall’esterno e quindi l’autofecondazione è utile.

Drosera da: http://www.pollicegreen.com/

Un caso particolare della autoimpollinazione è la cleistogamia, che avviene senza bisogno dell’apertura dei fiori. Viene attuata principalmente in condizioni ambientali avverse per accorciare i tempi di fecondazione e poter colonizzare un ambiente il prima possibile. Tipica dell’Utricularia subulata, che alterna fioriture cleistogamiche alla normale fioritura, è caratterizzata dalla formazione di particolari capsule dentro le quali avviene la fecondazione e la maturazione dei semi, che verranno poi sparsi col vento.

 

Utricularia subulata da: www.honda-e.com

Ma l’autofecondazione non è il metodo di riproduzione più diffuso, anzi nel regno vegetale esistono meccanismi che la impediscono :

ad esempio  nell’Avocado (Persea gratissima, P. americana) il polline di una determinata pianta matura prima che gli stigmi della stessa siano recettivi. Si ha la proterandria.; 

Pianta di Persea americana

nella Juglans regia gli stigmi maturano prima del polline, quindi si ha proteroginia;

Juglans regia da: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Juglans_regia-01.JPG

altre specie,  possiedono geni, rappresentati da alleli multipli, responsabili dei controllo della autosterilita’, perché impediscono che il polline fecondi l’ovulo quando cade sullo stigma della stessa pianta, (Mandorlo o Amygdalus communis L.;  Prunus amygdalus Batsch; Prunus dulcis Miller); 

altro esempio: nelle Enotere (es. Oenothera biennis) si possono avere due tipi di fiori, uno denominato longistilo, con lo stigma situato nella porzione superiore del fiore, l’altro (brevistilo) con lo stigma in basso; in questo modo un insetto impollinatore si ricoprira’ di polline sulla parte del corpo che piu’ probabilmente verra’ a contatto con lo stigma dell’altro tipo di fiore, assicurando in questo modo una impollinazione incrociata.   

In generale, sul fenomeno della eterostilia, vedi:
http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?f=39&t=2793