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Tycho Brahe (1546-1601)

Una curiosa biografia
Alcune immagini

Come Copernico era stato il primo europeo dal tempo dei greci ad innalzarsi all'altezza di Aristarco e di Tolomeo nel campo teorico, così Tycho Brahe fu il primo ad innalzarsi all'altezza di Ipparco nel campo dell'osservazione astronomica.  
Sinceramente contrario alla teoria copernicana, il suo sistema era ancora geocentrico anche se diverso dal sistema Tolemaico. Egli infatti immaginava che la Terra fosse immobile al centro dell'universo, che il Sole e la Luna ruotassero attorno alla Terra  e che tutti i pianeti ruotassero attorno al Sole.  
 
Fino alla fine della sua vita egli non fu capace di accorgersi che questa cosiddetta nuova teoria era esattamente uguale a quella di Copernico. Infatti dal punto di vista matematico, la trasformazione da un sistema all'altro è insignificante.  
Pur essendo ingenuo in campo teorico, il suo lavoro di osservazione fu preziosissimo per lo sviluppo successivo dell'astronomia.  

Una curiosa biografia

Nato in Danimarca, a Knudstrup, nel 1546, Tycho era figlio del governatore del castello di Helsingborg.  
Dopo aver compiuto gli studi a Copenaghen e in Germania, si interessò presto di astronomia e di astrologia. Possiamo già farci un'idea della sua particolare personalità da un fatto curioso: arrivò a sfidare a duello un compagno di studi che aveva osato mettere in dubbio le sue capacità matematiche. Ci rimise il naso che si fece poi ricostruire con una protesi in oro. 
Osservando nel 1563 una congiunzione di Giove e Saturno si rese conto che anche le più recenti e aggiornate tavole astronomiche (le Tabulae Prutenicae di Erasmo Rehinold) erano in errore di parecchi giorni.  
 Cominciò a progettare e  collezionare strumenti di osservazione sempre più imponenti fra cui un grande quadrante per osservazioni stellari e un globo celeste sul quale andava segnando le posizioni delle stelle confermando ancora  l'imprecisione e la lacunosità delle misurazioni astronomiche fino ad allora eseguite.  
Il grande contributo di Tycho Brahe all'astronomia fu infatti soprattutto quello di imporre l'esigenza di misurazioni e osservazioni continue e sempre più precise, a differenza dei precedenti astronomi che, influenzati dalla concezione aristotelica, davano molta più importanza agli aspetti qualitativi che a quelli quantitativi.  
Nel novembre del 1572 compariva una stella molto luminosa nella costellazione di Cassiopea. Si trattava di una supernova. Tycho la osservò accuratamente nelle sue fasi di luce, notando che doveva essere molto più lontana della Luna. Infatti non presentava nessuna parallasse sensibile e quindi doveva appartenere al cielo delle stelle fisse. La cosa dovette suscitare un certo scalpore negli ambienti accademici, visto che si riteneva che tutti i corpi celesti appartenenti al cielo delle stelle fisse non avrebbero dovuto essere soggetti a mutazioni e corruzioni.  
Viaggiò parecchio in Germania e in Italia, pensando poi di andare a stabilirsi a Basilea con la famiglia. Il re Federico II, che era un protettore delle arti e delle scienze, per timore di perderlo gli fece un dono favoloso: gli conferì l'isola danese di Hveen con tutte le rendite che produceva e si impegnò a costruirgli un osservatorio a spese dello stato.  
Nacque così un grande edificio chiamato Uranjborg (castello del cielo), una singolare costruzione situata nel mezzo di un giardino quadrato circondato da mura come una fortezza e orientato con i vertici verso i quattro punti cardinali. Il castello possedeva torri di osservazione con tetti mobili, una biblioteca, un laboratorio di alchimia e altri locali di lavoro e di abitazione. Vi installò molti strumenti astronomici (sestanti, armille equatoriali, strumenti parallattici, orologi ecc.). Un secondo edificio, costruito da Tycho in seguito, fu chiamato Stjerneborg (castello delle stelle). Aveva la particolarità si essere in gran parte sotterraneo, probabilmente per porvi gli strumenti in posizioni più stabili che non sulle terrazze. I tetti di questi vani sotterranei erano a forma di cupola e le osservazioni potevano essere eseguite attraverso delle aperture praticate sulle cupole stesse.  
Visse a Uranjborg per vent'anni, durante i quali raccolse un'ampia collezione di dati che gli sarebbe servita in seguito per costruire il suo nuovo sistema cosmologico.  
La megalomania di cui soffriva lo portò presto a tiranneggiare i poveri abitanti dell'isola di Hveen con balzelli non dovuti e condanne per insolvenze. Si circondò persino di una incredibile "corte" con tanto di "nano-buffone" che pranzava sotto la tavola (vedi  Big science ai tempi di Amleto di Gianbruno Guerriero in Le Scienze n. 344).
Proprio per porre un freno a questa situazione, il successore di Federico II cominciò a limitarne gli appannaggi di cui godeva e  Tycho, offeso, abbandonò l'isola e  riprese le sue peregrinazioni per l'europa portandosi dietro la famiglia e i suoi numerosi strumenti. Finì alla corte di re Rodolfo II (personaggio altrettanto eccentrico) con l'incarico di Mathematicus imperialis. Nel 1600 incontrò Keplero nel quale Tycho sperava di trovare un fedele discepolo della sua teoria, ma il rapporto tra i due astronomi fu breve e insofferente. Tycho infatti morì nel 1601 senza riuscire a convincere Keplero sul suo sistema geocentrico.  

Alcune immagini

Cliccando qui vedrai un disegno dell'Uraniborg visto dall'alto in una immagine dell'epoca. Qui invece è rappresentato lo Stjerneborg dove si notano le cupole di due stanze circolari scavate nel sottosuolo. La sezione di questi due edifici mostra la disposizione degli strumenti.  Tycho Brahe è rappresentato in una stanza contenente un quadrante, all'interno dell'Uraniborg. 


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