Le galassie
più lontane che possiamo osservare, riprese dal Telescopio
Spaziale Hubble, distano 8 miliardi di anni luce, di conseguenza risalgono
a 8 miliardi di anni fa. Se il modello cosmologico standard è affidabile,
l’Universo in quella fase dell’evoluzione cosmica era grande circa la
metà dell’Universo attuale. Affinché divenga significativo il redshift
dovuto all’incurvamento dello spazio-tempo, le dimensioni in gioco devono
essere di gran lunga inferiori, per cui giustamente non se ne tiene conto.
Inoltre il modello inflattivo del Big-Bang ipotizza che l’Universo nelle
sue primissime fasi abbia avuto un’espansione esponenziale, che ha portato
il baby-universo dalle dimensioni di un protone alle dimensioni di un
pompelmo in soli 10-32 secondi, “spianando” lo spazio-tempo. La geometria
dell’Universo si è dunque definita nella fase immediatamente successiva
al Big Bang e tutto ciò che possiamo osservare è immerso in uno spazio-tempo
praticamente piatto, a parte curvature localizzate (buchi neri, pulsars).
Gli astronomi
devono tenere conto altri fattori per quanto riguarda l’attribuzione del
redshift all’espansione dell’Universo. Infatti il redshift
esprime soltanto la variazione relativa di lunghezza d’onda della luce
emessa dall’oggetto lontano rispetto a quella ricevuta dagli osservatori
terrestri:
Questa variazione
relativa di lunghezza d’onda può essere attribuita a tre diversi fenomeni:
A – un moto di allontanamento relativo tra l’emettitore e l’osservatore
B – l’affaticamento della luce, ovvero la perdita di energia che un fotone
subisce quando si allontana da una regione in cui il campo gravitazionale
è eccezionalmente intenso
C – il redshift cosmologico, ovvero dovuto all’espansione dell’Universo
Se il redshift
è di natura cinematica, ovvero siamo nel caso A, bisogna scorporare il
suo valore da altri redshift dovuti ai seguenti fenomeni:
– la rotazione del Sole intorno al centro galattico alla velocità di 215
km/s
– l’assorbimento della luce extragalattica da parte della nostra galassia
– la probabile rotazione del Superammasso locale (insieme del Gruppo Locale
e dell’ammasso della Vergine)