L’affermazione è solo parzialmente vera: anche i modem hanno subito
notevoli evoluzioni (fino alla fine degli anni ’80 non si superava la
velocità di 9600 bit/s, e questa era ottenibile solo con apparecchiature
professionali per linee dedicate). È vero comunque che l’evoluzione
è stata almeno apparentemente assai più lenta.
Credo che il motivo sia abbastanza semplice. Occorre infatti considerare
che nella catena di trasmissione dati, ad esempio fra il PC di un utente
ed il server di un “provider”, il modem (o meglio i due modem) costituiscono
solo una parte del sistema; la parte restante è costituita dal
canale di trasmissione, ovvero l’insieme di cavi, sistemi di commutazione
ed altre apparecchiature che occorrono per realizzare una connessione
telefonica. È ovvio che le caratteristiche e la qualità
del canale di trasmissione costituiscono il principale fattore limitativo
all’aumento della velocità di trasmissione dei dati, e poiché
l’adeguamento delle infrastrutture telefoniche richiede forti investimenti
e lunghi tempi di realizzazione è evidente che i tempi di evoluzione
non possono essere brevi. Anzi, tenuto conto di quanto detto, la capacità
di trasmettere dati alla velocità di 56000 bit/s, possibile con
i più recenti modem commerciali, su una infrastruttura che utilizza
ancora in larga parte tecnologie che erano state progettate al solo scopo
di consentire comunicazioni vocali a bassa qualità, penso debba
essere considerata una notevole evoluzione.