Ringrazio Annalisa per
aver posto una questione interessante.
La risposta è no: una
funzione reale di variabile reale che mappi aperti in
aperti deve essere continua.
Definizioni
Sia intervallo
e funzione reale di variabile reale,
I ammette estremo
inferiore, indicato con x = inf I,
seI ammette minorante,
seI ammette estremo
superiore, indicato con x = sup I,
seI ammette maggiorante,
seI è detto aperto
sse I non ammette sup o inff è aperta
sse f(I) aperto, per ogni I apertof è continua
in I se
Osservazioni
1) Il
minorante/maggiorante non appartiene all’intervallo,
mentre l’estremo superiore/inferiore vi appartiene.
E’ evidente come un intervallo aperto debba essere
privo di uno dei due estremi. Ciò significa che
l’intervallo [-2,8) ha estremo inferiore -2
e maggiorante 8, ed è aperto perché privo di
estremo superiore.
2) Sulla esistenza ed
unicità del limite: il limite se esiste deve essere
unico, per definizione ciò implica la coincidenza dei
limiti destro e sinistro, ovvero
3) Una funzione
discontinua in un punto, quindi, ammette limiti destro e
sinistro distinti (discontinuità di salto), oppure
ammette limiti coincidenti ma presenta una discontinuità
a salto, o semplicemente non è definita nel
punto.
4) Se f è
aperta, allora la sua applicazione ad un aperto qualsiasi
deve generare un intervallo privo di uno dei due estremi,
viceversa, se esiste un intervallo aperto I tale
che f(I) abbia sup e inf,
allora f non può essere aperta.
Proposizione
Sia funzione
reale di variabile reale,
f aperta
f continua
Dimostrazione:
Si supponga per assurdo
che f, essendo aperta per ipotesi, non sia
continua , allora
f non
continua , o presenta
disc. di salto o non definita in x0
supponiamo, senza
perdita di generalità, che f sia crescente
intorno ad x0, e che il suo
limite destro sia ivi pari ad a (oss. 2 e 3); si
consideri inoltre un intervallo aperto minorato da x0,
largo d e chiuso a destra, ovvero:
I= (x0,
x0+d ]
applicando f ad I,
otteniamo f(I) = [ a, f(x0+d)
], ovvero f mappa un aperto in un intervallo
dotato di sup ed inf, quindi
chiuso (oss. 1). Ciò implica (oss. 4) che f non
può essere aperta.
Ma f è aperta
per ipotesi, quindi, la tesi segue per contraddizione.