Non serve una teoria per dimostrare quella proprietà della
successione dei quadrati, ma basta calcolare direttamente quant’è
la differenza tra due quadrati consecutivi, infatti:
n2 = 2n + 1
e quindi la differenza tra l'(n+1)-esimo quadrato e l’n-esimo quadrato
è il numeri dispari 2n+1. Se si vuole generalizzare, c’è
bisogno di fare un’osservazione in più: dopo aver calcolato la successione
delle differenze dei quadrati consecutivi, si può calcolare la successione
delle differenze dei termini consecutivi di quest’ultima e accorgersi che
si ottiene una successione costantemente uguale a 2 ( ovviamente perché
la differenza tra due numeri dispari consecutivi è sempre
2). Un fenomeno simile si ha anche con i cubi dei numeri naturali:
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Nella colonna (a) sono stati messi i cubi dei primi 10 numeri naturali,
nella (b) le differenze di due termini consecutivi della colonna (a): 7
= 8 -1, 19 = 27 – 8… ; nella colonna (c) le differenze di due termini
consecutivi della colonna (b) e nella (d) la differenza di due termini
consecutivi della (c). Come per magia nella colonna (d) compare sempre
il numero 6! La cosa più stupefacente è che funziona anche
con potenze più grandi e in generale il metodo per dimostrare che
si giunge sempre ad una successione costante è identico a quello
usato sopra per i quadrati: provare per credere! Se uno si vuole proprio
sbizzarrire può cercare di calcolare nei diversi casi quanto vale
la costante o trovare una dimostrazione semplice di tutto questo (magari
con l’uso delle derivate).