Il livello degli oceani e dei mari, essendo tutti in comunicazione fra di loro dovrebbe essere lo stesso per tutti per ovvie leggi fisiche. In pratica, si comportano realmente così? O sennò, per quale motivo ci possono essere dislivelli?

Quando si parla di livello del mare si vuole intendere “la quota media che la superficie marina presenterebbe stabilmente se non fosse disturbata dal moto ondoso”.
Convenzionalmente tale quota viene assunta come livello zero, ossia come livello di riferimento per misurare le altitudini e le profondità.
È in relazione al livello del mare che i corsi d’acqua modellano le loro valli nella ricerca del proprio profilo d’equilibrio; è sempre in relazione a tale livello che dei lembi di terra sono emerse o sommerse.
Nel passato “geologico” del nostro pianeta, il mare non ha sempre avuto l’attuale distribuzione geografica ( si pensi ad es. alla Pangea e alla Pantalassa), né tanto meno ha mantenuto lo stesso livello: anzi, più volte il livello delle acque del mare è sceso portando alla luce parecchi chilometri quadrati di superficie, per poi risalire e sommergerli nuovamente. Queste variazioni sono note come oscillazioni eustatiche.

Come già accennato nella domanda posta, il livello degli oceani, essendo tutti in comunicazione fra loro, dovrebbe essere uguale poiché, come noto a tutti, il principio dei vasi comunicanti afferma che “l’acqua si dispone sempre allo stesso livello in più recipienti comunicanti tra loro, indipendentemente dalla loro forma o dimensione”.
Con queste condizioni, in mancanza, dunque, di una differenza di potenziale idraulico, il mare dovrebbe essere una massa d’acqua stagna.
In realtà, in esso si verificano movimenti irregolari (onde), costanti (correnti) e periodici (maree).

Il moto ondoso è dovuto principalmente all’azione del vento sulla superficie marina. Esso ha comportamento e caratteristiche estremamente variabili da luogo a luogo in funzione della velocità del vento e della profondità delle acque ed avviene senza trasporto d’acqua.

Le correnti marine, invece, consistono in veri e propri spostamenti di masse idriche: possono essere paragonate a dei fiumi che scorrono nel mare e le cui acque si distinguono da quelle oceaniche per temperatura e salinità.

Le correnti oceaniche del nostro pianeta.

Infine, le maree consistono in variazioni ritmiche del livello marino provocate principalmente dall’azione gravitazionale del nostro satellite, la Luna, sulle masse d’acqua che ricoprono la Terra.
È proprio con le maree che si può giustificare la differenza del livello marino tra due bacini anche contigui.
Infatti, essendo esse determinate dall’azione gravitazionale della Luna sugli oceani, si sarebbe indotti a pensare che l’alta marea si verifichi quando il satellite culmina sul meridiano del luogo considerato.
In realtà, a causa dell’attrito delle acque con il fondo marino e di quello interno alle acque stesse, l’alta marea subisce un ritardo rispetto alla culminazione della Luna. Tale ritardo, detto ora di porto, varia da luogo a luogo, e la sua conoscenza è di grande importanza ai fini del traffico portuale.

La luna e gli astri esercitano una forza d’attrazione
sulla terra e su tutte le cose che vi stanno in essa. In particolare
sull’acqua degli oceani la cui superficie si modella in modo da essere
in equilibrio tra la forza centrifuga del moto della terra e la forza
d’attrazione degli astri. Se esaminiamo il caso di un pianeta ricoperto
in modo uniforme dall’acqua e soggetto all’azione di un solo satellite,
si vede che la superficie del mare non si dispone secondo una sfera, ma
secondo un elissoide, come in figura (esagerata). L’elissoide non sta
fermo, ma ruota “seguendo” sempre il satellite che lo attrae. Per un
osservatore fermo sul pianeta il fenomeno appare come una variazione
ciclica di livello.

Per questa ragione si costruiscono le carte cotidali su cui si riportano delle linee, dette per l’appunto cotidali, che uniscono i punti in cui l’alta marea si verifica nello stesso istante.
Una caratteristica di queste carte è la presenza di punti per cui passano tutte le cotidali : in tali punti, detti ANFIDROMICI, l’escursione di marea è nulla poiché vi interferiscono maree opposte.
In pratica, in corrispondenza dei punti anfidromici il livello del mare si mantiene costante, cioè le maree non si verificano affatto, e da essi si irradiano le cotidali lungo le quali, invece, l’ampiezza di marea, ossia la variazione del livello del mare, aumenta progressivamente.
Nel Mediterraneo, tali punti sono ubicati nel Canale di Sicilia, nel Mare Egeo e nell’Adriatico.

Carta approssimativa dei punti anfidromici e delle linee cotidali degli oceani.

Riferimenti bibliografici
B. ACCORDI, E. L. PALMIERI, M. PAROTTO: IL GLOBO TERRESTRE E LA SUA EVOLUZIONE- ZANICHELLI

C. GIZZI: GEOGRAFIA GENERALE- EDITRICE LA SCUOLA

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